Pillole alfabetiche. A come Arrivederci nell’Azione

Il misterioso titolo fa riferimento al fatto che questa è l’ultima «Pillola in ordine alfabetico all’indietro» (sempre «in direzione ostinata e contraria», come insegna Fabrizio De Andrè) e che a-rivederci può succedere davvero a casa nostra.

Mi spiego meglio. Come qualcuno forse già sa, per tre sabati consecutivi (il primo è stato il 13 ottobre) a casa nostra succede un evento (Azione) durante il quale possiamo anche salutarci (Arrivederci). L’evento riguarda una specie di «scambio» di oggetti, scatole, occhiali, portafogli, borse, scarpe, quadri, tazze, piatti… che noi (mio figlio ed io) abbiamo in abbondanza e intendiamo «devolvere» per il progetto Irenea (sul progetto informazioni al sito https://serenoregis.org/irenea/).

Si tratta di venire a casa nostra (via Bertola, 57 a Torino), guardarsi in giro e prendere ciò che si vuole, in cambio di un’offerta simbolica di (almeno, ma anche solo) 1 euro. La differenza da qualsiasi altro mercatino è che non troverete un tavolo o degli scaffali con sopra le cose, ma tutto sarà esattamente al suo posto, tutto è come lo trovereste venendo a trovarci, come nell’uso quotidiano di una casa; potrete rovistare dentro ai cassetti e nei mobili, staccare i quadri dai muri, prendere una borsa dall’attaccapanni… . Il modo è «diverso» perché così non costa alcuna fatica, e se il «costo» è minore il «guadagno» è maggiore (non abbiamo dovuto «allestire», cambiare, spostare… è semplice: si apre la porta dalle 15 alle 18 ed è tutto!).

Il sistema è proprio nella scia della «semplicità volontaria» e tutti ci guadagnano: l’energia della casa che si rinnova; chi prende qualcosa che aveva piacere di avere; chi avrebbe comprato comunque quell’oggetto, ma così spende di meno; chi, comprando cose usate, non ne fa produrre di nuove; chi si allena nel distacco dalle cose; chi riflette sul suo rapporto con le cose; chi prende le cose e le fa girare (perché magari le porta a un mercatino a sua volta); chi pensa già ai regali di Natale «socialmente utili» (e questi lo sono, perché il ricavato andrà per il progetto Irenea); chi conoscerà persone nuove; lo spazio che si libera; noi che abbiamo riflettuto su quali oggetti non vogliamo perdere (e ci abbiamo appiccicato sopra un bollino arancione).

E su quest’ultimo punto si ferma la mia riflessione: mettendo i bollini ho notato che gli oggetti da cui preferisco non separarmi sono relativi a mio figlio (in prima posizione), allo spirito (simboli, divinità, rimedi), e alle azioni fondamentali per l’esistenza (respirare, pregare, mangiare). Vuol dire che ho dovuto riflettere sulle priorità, scoprendo che le «cose» che davvero mi servono sono poche. A questo proposito ribadisco un’idea che mi è venuta lo scorso Natale: regaliamo solo cibo? (e qualche oggettino che abbiamo trovato a casa Picchioni, naturalmente…).

P.S.: …dimenticavo… per la settimana prossima:
«Tu come fai?», no, non è un’altra canzone di Claudio Baglioni, è il titolo della «nuova» versione delle Pillole. Zia Cin risponde alle vostre domande (o almeno ci prova). Scrivi a [email protected] specificando: «Per zia Cin».

Dalla prossima settimana proveremo a rispondere, dalle pagine «newsletter», ai molti dubbi che assillano la mente dei/delle «volontariamente semplici» che non sanno come fare ad agire «simplelly (si dirà? No, forse si dice solo «simply») correct».

Da: «come fai con le farfalline nel riso» a: «prenoto la crociera ai Caraibi?»… ma qualche volta la risposta sarà «non lo so» e allora… vedremo!

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