Manuale di educazione alla pace – Recensione di Nanni Salio

Alfredo Panerai, Martina Nicola e Gloria Vitaioli, a cura di, Manuale di educazione alla pace. Principi, idee, strumenti, Edizioni Junior, Parma 2012, pp. 324

Nella sua introduzione, Alfredo Panerai sostiene che “Un fantasma si aggira per l’università”. Non è solo quello “cattivo” dei tagli indiscriminati che stanno distruggendo il nostro sistema scolastico, dalle materne sino agli istituti di ricerca universitari, ma quello “buono” costituito dal “Laboratorio permanente per l’Educazione alla pace”, presso la Facoltà di scienze della Formazione di Firenze, sorto grazie alla presenza del corso di laurea “Operatori per la pace”, che ha visto tra i suoi fondatori Alberto L’Abate, pioniere di questi studi e delle loro applicazioni concrete.

La prima parte, “Principi e idee”, traccia un’ampia carrellata sull’evoluzione dell’idea di pace e sulle principali esperienze storiche di educazione alla pace, dalla Montessori a Capitini, da Dolci a don Milani, sino ai lavori più recenti e tuttora in corso nell’ambito della Peace Research e dei movimenti di base.

La seconda parte, “metodi”, presenta innanzi tutto “l’importanza del metodo partecipativo-maieutico”, che sta alla base dell’intero progetto, per esaminare poi il ruolo del facilitatore, del teatro dell’oppresso, della prevenzione della violenza, del monitoraggio e di alcune esperienze sul campo.

La terza parte, “Strumenti ed esercizi”, è un’ampia e utilissima raccolta di attività, giochi cooperativi, di animazione, integrata da una serie di schede raccolte nell’ “Appendice”.

La vera novità di questo manuale, oltre ai contenuti, sta nell’essere uno dei pochi prodotti da un gruppo universitario. Quando, qualche anno fa, un giovane studente universitario venne presso il Centro Studi Sereno Regis per documentarsi ai fini di una tesi di laurea sull’educazione alla pace, mi disse che quando si era rivolto al docente per proporre questo tema, questi aveva candidamente, e onestamente, riconosciuto di non saperne nulla. Il risultato conclusivo fu positivo, anche perché contribuì ad aprire un varco e sensibilizzare il corpo docente di quell’università, ma ancor più lo sarebbe stato se un manuale come questo fosse già stato disponibile, diffuso e conosciuto.

Ora non ci sono più scuse: cari docenti di scienze della formazione, aggiornatevi e contribuite a questo indispensabile lavoro di ricerca e disseminazione di una cultura di pace.

Nanni Salio, 15 luglio 2012

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