Come volete che siano gli USA, su o giù?

Johan Galtung

Da Washington, DC

Ci si chiede che cosa vogliano i leader politici USA. Quello in carica vive in questo mondo, giocando a un gioco ultra-realista: esecuzioni extra-giudiziarie in forse 70 paesi, attacchi con droni; minimizzando le perdite USA, massimizzando i colpi diretti verso quello che considera il problema, individui concreti ben identificati, non conflitti concreti non identificati. Non ha il coraggio né morale né intellettuale per affrontarli.

Gli sfidanti, con una eccezione, si concentrano su un tema: abbasso lo stato sociale. Ron Paul, il libertario, aggiunge: abbasso lo stato guerresco; ha registrato i casi Vietnam-Afghanistan-Iraq e i prossimi nella fila, Iran-Siria, come invincibili e inaccessibili a un’economia fallimentare. I giovani repubblicani e altri gli si affollano attorno, ma il suo discorso è troppo insolito. Si considera sensata la guerra, non lo stato del benessere (welfare state). Ciò ha a che fare con il rapporto verso il conflitto, un problema a tre dimensioni: atteggiamento, comportamento, contraddizione. Gli USA vogliono un atteggiamento di amore verso di loro, una reazione militare per i cattivi che non hanno questo atteggiamento, e contraddizione, incompatibilità non rientrano nel loro modo di pensare. Prevale la cultura profonda del bene contro il male e dell’Armageddon per distruggere quest’ultimo.

Beh, è effettivamente così? Si invita il lettore a esaminare lo schema sottostante. Ci sono tre colonne: un elenco di 15 conflitti in cui gli USA sono attualmente implicati – qualcuno dice invischiati –; un elenco di soluzioni che a me paiono ragionevoli, nulla di così estremo, formule ben note: auto-determinazione, diritti umani, federazioni, comunità.

Nella terza colonna ci sono le modalità praticate dagli USA: violenza, come per la Libia nel primo conflitto; guerre, interventi, basi, golpe militari. Questo approccio può anche funzionare se c’è un forte sostegno delle élite locali; ma oggi esso manca quasi dappertutto, e il risultato netto è un potere nudo e crudo, brutale, che rende la decadenza USA ancora più veloce.  Obama pensa di poter risolvere il problemacon l’astuzia; i Repubblicani non hanno ancora scoperto che il loro amato mondo di élite ammirate e ossequiose è sparito, probabilmente per sempre.

15 CONFLITTI: POLITICHE ESTERE USA COSTRUTTIVE-DISTRUTTIVE

CONFLITTi Politica costruttiva, positiva Politica distruttiva, negativa
CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA Incoraggiare casse di risparmio locali – Pubblicare M2 – Controllare la speculazione fiscale della Federal Reserve – Abrogare i bonus provvigione – Bandire la speculazione sui bisogni fondamentali -Controllo democratico banche centrali – valuta mondiale mista Più crescita finanziaria che reale Più denaro che valoreServire i prestiti anziché le persone

Paesi in debito sovrano

Globalizzazione mediante banche centrali privatizzate

GUERRA AL TERRORISMO Identificare i loro obiettivi giusti – Pubblicare AttaChi ha commesso i misfatti dell’11 settembre? Esecuzioni extragiudiziarie – Droni SOC [Com.Oper.Spec.]Guerra segreta
US-ISRAELE vs STATIARABI-MUSULMANI Una soluzione a due stati, e una Comunità del Medio Oriente (MEC) con Israele e i suoi 5 vicini arabi – confini del 1967 con revisioniPalestina riconosciuta, e Organizzazione per Sicurezza

e Cooperazione in Medio Oriente

Coda che dimena il cane: Israele che dimena gli USA; l’AIPAC che manovra il Congress

Pericolo di giudeo-cristianità anti-islamica;

anti-semitismo estremo USA

LIBIA Auto-determinazione per i contendenti, federalismo con democrazia Anarchia perdurante; illusione di stato unitario
SYRIA Auto-determinazione per i contendenti, federalismo con democrazia Attacco; reazione Shanghai Coop Org? dividere la Siria, dominarne le parti
IRAQ Auto-determinazione per i contendenti, federalismo con democrazia – Comunità delle autonomie curde Solo ritiro: niente ricostruzione, niente compensazioni
IRAN Aprire dialogo ad alto livello, Riconciliarsi per il 1953,Diritti umani per l’Iran Attacco; reazione Shanghai Coop Org?Speculazione su petrolio e agrocarburanti
PAKISTAN Autonomia Pashtun, abrogare linea Durand, auto-determinazione nelle parti indiane-pakistane-kashmiri del Kashmir Esecuzioni extragiudiziarie – Droni del SOC[Com.Oper.Spec.]- Guerra guerra segreta
AFGHANISTAN Una Comunità/Federazione Centro-Asiatica – Autonomie localiNonallineata, senza basi militari straniere

Peacekeeping congiunto Org.Coop.Islam.(OIC)-Cons.Sicur.ONU

Solo ritiro: niente ricostruzione, niente compensazioni
COREA Trattato di pace col Nord, normalizzazione USA-Nord CoreaCorea zona denuclearizzata Emarginazione N-Corea, manovre militari USA-S-CoreaInfrazione agli accordi
CINA Aprire dialogo ad alto livello, Mutuo apprendimento in economiaDiritti civili ed economici Accerchiamento marittimo e satellitare,Sfruttamento economico fra e all’interno di ambo i sistemi
GIAPPONE Confluenza in Comunità NordEst-AsiaticaBuoni rapporti con USA, APEC+ritiro USA da Okinawa Impedire riconciliazione, mantenere cliente il GiapponeSovvertire l’Articolo 9 della costituzione
AFRICA Accettare un’Unità Africana! Costruire arteria E-O con la Cina! Intervento militare AFRICOM
LATIN-AMERICA Accettare l’integrazione CELAC ed equità Latin-NordAmerica Intervento militare, sostegno ai colpi di stato
MONDO Tutte le convenzioni sui diritti umani, auto-determinazione delle nazioni Dialogo fra le civiltà

ONU più forte, con un parlamento

Diritti solo civili-politici, Modelli di stato unitarioUniversalismo occidentale

Eccezionalismo USA

Questa terza colonna non solo suscita orrore, ma anche lo noia del “sempre come solito”, quando impareranno mai? Vogliono sprofondare?

Si guardi allora la seconda colonna per vedere cosa fare per identificare il conflitto, il dialogo fra le parti al fine di trovare soluzioni che consentano di raggiungere tutti gli obiettivi legittimi che esse perseguono, mediante la legge, i diritti umani, i bisogni umani.

Non intendo giustificare il ragionamento che sta alla base dei suggerimenti della seconda colonna. Ma immaginiamo che la politica USA segua tali tendenze e che il mondo segua questi nuovi USA. In che tipo di mondo vivremmo?

Un aspetto è quello dell’esistenza di Regioni robuste, per esempio America Latina, Africa, OIC (Organizzazione della Comunità, oggi: Cooperazione, Islamica), e Asia dell’ Est.  Hanno i loro progetti, non necessariamente per copiare gli USA. Commerceranno fra loro, si sosterranno reciprocamente, regionalizzandosi e senza ripetere la formula ONU di un consiglio di sicurezza provvisto di potere di veto. Niente veto.

Dove troverebbero posto gli USA? Nel mondo intero, come tutti, ma anche in una regione con partner commerciali di 1° e 3° rango: Canada, Messico (gli USA sono al 1° posto per l’uno e l’altro). La base c’è, basta usarla.

La democrazia e i diritti umani, ovviamente. Ma prima, federazioni in paesi multi-nazionali, poi democrazia in ogni loro parte. Il dominio della maggioranza in Iraq vuol dire dominio sciita, in Siria vuol dire dominio sunnita; due paesi confinanti. Nelle federazioni con la democrazia in ognuna delle singole parti, la neutralità sarebbe una buona opzione per evitare divisioni interne.

Ci sono innumerevoli dettagli come quelli nello schema qui sopra. Ma il punto sono gli USA, paese ambiguo, violento, innovativo, generoso. Puntando a qualcosa del tipo delle opzioni della seconda colonna, sorgerebbero in modo travolgente degli USA non-imperiali, nel cuore e nella mente di chissà quante persone, ovunque. C’è quell’amore per gli Stati Uniti, la nostalgia per un paese per il quale provare attaccamento, deluso da Obama. Una certa distanza in tal senso già servirebbe.

Amici degli USA: aiutate gli USA a trovare un posto migliore nel mondo.


Fonte: Transcend Media Service, 9 aprile 2012

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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