A proposito di TAV… I confini sono globali! E le persone coinvolte sono milioni!

Elena Camino

L’Appello

Ascoltateli! (www.ascoltateli.org) chiede di aprire una discussione pubblica trasparente e approfondita, in primo luogo tecnica, condotta sotto lo sguardo attento della società civile, della rete e dei mass-media, a proposito del controverso progetto per la linea ad alta velocità in Val di Susa (TAV).

Ascoltateli! è un appello in favore di tutti e tutte coloro che hanno in vari modi chiesto di riconsiderare quest’opera nel quadro delle priorità italiane ed europee. È un appello, non solo per l’ascolto dei valsusini, ma di tutti gli esperti che hanno formulato critiche valide e che hanno il diritto di essere presi in considerazione.

[…]

Ascoltateli! chiede a tutti i cittadini affamati di verità e democrazia di nutrire con il loro sostegno questo digiuno pubblico collettivo.

Ascoltateli TUTTI!!!

L’appello indirizzato ai membri del Governo italiano potrebbe incitare all’ ascolto di un numero ben maggiore di persone:

* non solo i TECNICI e gli ESPERTI, ma anche tutti coloro che ritengono che vi siano altre prospettive oltre a quelle tecniche;

* non solo gli italiani e gli europei, ma le numerose comunità che in varie parti del mondo vengono sistematicamente e con crescente violenza espropriate dai loro ambienti di vita, e le cui proteste non vengono udite o non riescono neppure a essere formulate1.

Chiedetevi…

* da dove vengono le materie prime (rame, acciaio, cemento, terre rare), e le fonti energetiche (petrolio, carbone, gas naturale) necessarie per costruire questa opera, e in generale OGNI GRANDE OPERA….

* quale disponibilità di tali materiali vi sia, come vengono distribuiti e utilizzati attualmente e quali sono le prospettive per il futuro;

* quali sono i prodotti rilasciati in atmosfera e nelle acque durante le attività di cantiere – con ricadute a corto raggio2 (polveri sottili, inquinamento delle acque, distruzione di suolo agricolo…) a medio raggio3 (spostamento del materiale di scavo) e a largo raggio (emissione di gas a effetto serra4, diffusione globale di sostanze inquinanti).

Nel documento redatto a cura della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, e presentato alle Autorità in data 28 marzo 2012 (http://www.notavtorino.org/ ), vi sono numerosi – anche se non sempre espliciti – riferimenti alle dimensioni globali delle ricadute sociali e ambientali del progetto “TAV Torino Lione”, come di qualunque Grande Opera.

Una riflessione sui flussi di materia e di energia in entrata e in uscita da un cantiere in cui si costruisce una grande opera permette di evidenziare che i confini del sistema non sono le recinzioni del cantiere, ma l’intero pianeta.

In questo processo vengono coinvolte sia le popolazioni locali, sia comunità umane che si trovano in altre parti del pianeta (quindi altre ‘popolazioni locali’) sia i sistemi naturali globali: i grandi cicli biogeochimici, la circolazione delle acque atmosferiche e sotterranee, i serbatoi oceanici….

Verità e democrazia?

L’appello di “Ascoltateli” fa riferimento a due parole: VERITA’ e DEMOCRAZIA. Anche queste parole vanno interpretate in una dimensione non solo locale ma planetaria.

La verità è che il processo di globalizzazione – che ha avviato un sempre più rapido scambio di persone, merci e informazioni sul nostro pianeta – consente attualmente a poche persone/gruppi molto POTENTI di compiere azioni sempre più distruttive nei confronti dell’ambiente e delle comunità umane presenti e future.

La democrazia richiede che ogni comunità possa decidere – attraverso processi partecipativi – le attività da intraprendere sul proprio territorio, nel RISPETTO di tutte le altre.

Non è difficile trovare una vasta documentazione che testimonia la mancanza di equità e giustizia, il mancato rispetto dei diritti umani e di salvaguardia degli ecosistemi che accompagnano ogni grande opera. Tra i tanti, ecco alcuni siti di facile accesso offrono numerosi esempi:

Survival International (http://www.survivalinternational.org/)

Centro Documentazione Conflitti ambientali (http://www.cdca.it/)

La rubrica ‘Terra Terra’ de Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it/archivi/terra-terra/)

Environmental conflicts (http://www.environmentalconflicts.com/ )

International rivers (http://www.internationalrivers.org/ )

Moltitudini inascoltate

Piccole comunità di nomadi in Mongolia5, popolazioni che abitano da millenni nelle foreste dell’India6 e del Vietnam, popoli indigeni del Sud America e dell’Australia, comunità di pescatori lungo le coste dell’Africa equatoriale7: tutti sono accomunati dal destino di essere travolti dal ‘progresso’ di altri. E insieme a loro milioni di persone che sono state obbligate ad abbandonare le loro abitazioni e villaggi, sommersi dopo la costruzione di grandi dighe, per essere ‘rilocalizzate’ in luoghi diversi, completamente sradicate dal loro ambiente di origine.

Sono centinaia di milioni le persone le cui vite sono state (e continuano ad essere) travolte in nome del ‘progresso’ che sempre più ha bisogno di materie prime e di energia. Ma in un pianeta di dimensioni finite, com’è il nostro, la disponibilità di risorse minerarie, alimentari ed energetiche è limitata: con un ritmo crescente di prelievo, le riserve si riducono, le disuguaglianze aumentano, e le guerre diventano la prassi per accaparrarsi beni sempre più scarsi.

Resistenze in atto

Di fianco a pochi gruppi che – disperati – hanno scelto la resistenza armata, tutti gli altri sono composti da popolazioni pacifiche, che instancabilmente organizzano marce di protesta e sit in, e mettono in atto forme di resistenza nonviolenta per portare all’attenzione delle società civili le ingiustizie di cui sono vittime.

Sempre più questi gruppi si collegano in rete, e sempre più diventa evidente l’insostenibilità e la violenza di un processo di ‘sviluppo’ che arricchisce pochi a spese di tutti gli altri.

Il 2 ottobre 2012 – giornata internazionale della Nonviolenza – è previsto l’avvio di una grande manifestazione in India, che sarà accompagnata da marce di solidarietà in tutto il mondo e durerà un mese: 100.000 persone, rappresentanti di diverse comunità rurali (soprattutto tribali), contadini senza terra o con piccoli appezzamenti, sfileranno ordinatamente per 350 Km, da Gwalior (nei pressi del Taj Mahal) fino a New Delhi per chiedere il riconoscimento dei diritti delle persone e della terra.

Questo “Jan Satyagraha 2012” (Un movimento nonviolento per i diritti alla terra) riprende – a distanza di molti decenni, la famosa ‘marcia del sale’ condotta da Gandhi nel 1930. Nei documenti predisposti dagli organizzatori di questo Satyagraha (http://www.ektaparishad.com/ ) si legge:

“Terra, acqua, semi, foreste e minerali – i beni comuni dell’umanità – vengono attualmente monopolizzati dagli investitori con il consenso (o grazie all’incapacità) dei governi. In tutto il pianeta l’agricoltura locale in grado di soddisfare le esigenze locali (self-reliant) viene sostituita da scavi di miniere, sfruttamento intensive delle foreste, grandi dighe, aree turistiche, monocolture intensive di prodotti transgenici o di biocarburanti destinati all’esportazione. Lo sfruttamento delle terre cresce di giorno in giorno”(http://www.ektaparishad.com/jansatyagraha-2012/declaration-of-solidarity).

Forse la voce collettiva di milioni di persone riuscirà ad arrivare – se non alle orecchie dei potenti – almeno a quelle della società civile?

Forse la rete del grande SATYAGRAHA avviato in India includerà anche le comunità della Valsusa?

Elena Camino, Centro IRIS (www.iris.unito.it) e Gruppo ASSEFA Torino (www.assefatorino.org)

NOTE

1 Le miniere sono localizzate in varie parti del mondo: quelle di più recente scoperta si trovano in aree finora poco antropizzate, con equilibri ambientali delicati (per esempio deserti) oppure ricche di foreste, dove popolazioni indigene vivono da migliaia di anni in equilibrio con l’ambiente naturale. L’estrazione di minerali, di carbone, di petrolio ha effetti devastanti sull’ambiente e sulle popolazioni.

2 “Secondo quanto indicato a pag. 104/261 della Relazione Generale Descrittiva del progetto preliminare della tratta internazionale, in media il tunnel di base al portale di Susa drenerebbe acqua per 904 l/s. Ciò equivale a oltre 28 milioni di m3 all’anno. Si tenga presente che il fabbisogno idropotabile dell’intera bassa val Susa è di circa 9 milioni di m3 all’anno”. (In ‘Osservazioni al documento del Governo Italiano’)

3 “Le misure di cautela per lo smarino amiantifero affermano che esso verrà chiuso in sacchi per spedirlo all’estero: anche solo 500 metri di tunnel di base corrispondono a 170.000 m3, pari al carico di 17.000 TIR.” (In ‘Osservazioni al documento del Governo Italiano’)

4 L’emissione totale di CO2 per 1 tonnellata di cemento Portland prodotta varia da 1,1 tonnellate e 0,8 tonnellate a seconda che il processo produttivo adottato segua la via umida o quella secca. (http://www.enco-journal.com/journal/ej49/malhotra.html)

5 A Oyu Tolgoi (Mongolia) è stata da poco aperta una miniera di oro e rame. A poche miglia dalla miniera vivono alcune persone del Sukh clan: nomadi che, con 300 cammelli e 400 capre e pecore, sono considerati ricchi in questo paese. Ma – come tutti qui – sono terribilmente preoccupati per la riduzione delle disponibilità di acqua dovute alle attività della miniera di Oyu Tolgoi, che utilizzano 870 litri di acqua al secondo per raffreddare le punte perforatrici utilizzate per estrarre il minerale.

6I Dongria Kondh vivono a Niyamgiri da migliaia di anni. Con la loro religione e il loro stile di vita hanno contribuito ad alimentare le dense foreste dell’area e a proteggere la sua ricchissima fauna. Da anni sono in conflitto con Vedanta, una multinazionale interessata allo sfruttamento delle risorse minerarie nascoste nelle loro montagne.

7Nel febbraio 2012 Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger, il principale gruppo armato nella regione del sud della Nigeria, ricchissima di petrolio, ha attaccato e danneggiato alcuni impianti dell’ENI.

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