Perché è meglio riunirsi in cerchio? – Recensione di Cinzia Picchioni
Manitonquat (Medicine Story), La via del cerchio. Il dialogo e la democrazia della comunità, la meridiana, Molfetta 2011, pp. 80, € 13,50 (grande formato)
Finalmente una spiegazione (più d’una in verità) del fatto di «mettersi in cerchio»; finalmente non sarà più una «moda» di ex-sessantottini o vecchi «freakkettoni» (come mi definisce mio figlio ventunenne); finalmente non sarà più solo appannaggio della new-age.
Il libro che abbiamo accolto in Biblioteca è scritto da un anziano custode della tradizione della tribù degli Assonet (Nord-est del Nordamerica), Manitonquat è il suo nome. È cantastorie, filosofo, poeta, ha pubblicato altri libri e con sua mogllie – svedese – coordina campi estivi internazionali per famiglie.
Nel libro racconta il modo tribale di gestire le riunioni, gestire i conflitti, prendere decisioni, con un comune denominatore, la forma del cerchio, perché, come leggiamo nella Prefazione:
«Se esistesse una forma che incoraggiasse il rispetto e l’eguaglianza, la pace e la nonviolenza, la libertà e la giustizia, la fiducia e l’onestà, la guarigione e il sostegno, la comprensione, l’affetto e l’amore, non sarebbe quello che scegliereste per voi, per l vostra famiglia, per la vostra comunità, per l’intera razza umana? Sì, cari amici, avete indovinato, questa forma esiste, ed è il Cerchio. E la notizia più bella è che potete farlo da voi».
«La Creazione è un cerchio. Un Cerchio formato da tanti cerchi. […] per essere in armonia con la Creazione dobbiamo pensare e agire in modo circolare. Questa è coerenza spirituale. […] Quando ci ritroviamo insieme in un Cerchio ci sentiamo nel posto giusto e in armonia con la nostra natura[…]».
Poi leggi l’Indice e capisci che ti trovi a un libro che si può usare; quando? In ogni riunione, familiare o professionale, in ogni consiglio di amministrazione, in ogni situazione in cui ci siano da prendere delle decisioni e/ stendere documenti collettivi. Il capitolo «Il Bastone della Parola» per esempio ci insegna a parlare quando abbiamo in mano un oggetto rituale, per ricordarci di parlare con rispetto e dal cuore. Il capitolo intitolato «La leadership» ci permette di riconciliarci con la parola «leader», riflettendo sul fatto che «guidare» (to lead in inglese) significa assumersi una responsabilità (non vuol dire fare tutto il lavoro da soli) in una comunità di persone alla pari. Poi ci sono capitoli sull’arte dell’ascolto, sul guarire noi stessi e cambiare il mondo, sulle emozioni. Il libro può essere davvero uno strumento efficace e utile per i facilitatori, gli insegnanti, i relatori e anhe il pubblico di una qualunque riunione.
È già in Biblioteca, presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!