Una luce nel buio algerino: Mourad Dhina

Johan Galtung

La Siria è orribile. Assad dovrebbe dimettersi immediatamente, dovrebbe nascere un governo di coalizione, e un migliaio di mediatori dovrebbero parlare con i molti partiti, magari in vista di una federazione.

Ma l’Algeria è anche peggio. Un quarto di milione di persone uccise dopo che furono loro negate elezioni democratiche, col consenso occidentale, più di vent’anni fa.

Perché non c’è alcuna primavera algerina? Forse perché il buio è troppo profondo, troppo completo, troppo repressivo. Perché nessuna protesta dall’Occidente? Forse perché il governo algerino ha fatto tutto ciò che voleva l’Occidente: accesso al petrolio e al gas, alle basi militari, e una promessa di eventuale riconoscimento d’Israele. La Siria non ha fatto nulla di tutto ciò.

Mourad Dhina era una luce del tutto nonviolenta in tale buio. È stato arrestato e potrebbe essere estradato in Algeria. Il suo caso è molto ben esposto nella lettera al Primo Ministro francese riportata qui sotto.

Domenica 15 gennaio 2012 il ministro degli esteri francese, Alain Juppé, ha incontrato Aung San Suu Kyi nella sua residenza a Rangoon decorandola con le insegne di Comandante dell’Ordine Nazionale della Legion d’Onore.

Il giorno successivo, 16 gennaio, gli uomini del ministro degli interni francese, Claud Guéant, arrestavano a Parigi la figura politica nonché difensore dei diritti umani algerino Mourad Dhina.

Conflitti così simili, resistenti così simili, ma trattamenti francesi molto diversi.

M. le Premier Ministre: Le Dialogue est la voie! [Il dialogo è la via]

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24 gennaio 2012

M. François Fillon, Primo Ministro
Hôtel de Matignon 57, Rue de Varenne
75700 Paris – FRANCE

Oggetto: Arresto e detenzione del direttore esecutivo di Alkarama, dr. Mourad Dhina

Signor Primo Ministro,

Noi, sottoscritte organizzazioni internazionali e nazionali per i diritti umani, facciamo appello a lei affinché non sia estradato il dr. Mourad Dhina, direttore esecutivo di Alkarama – fondazione svizzera che opera per i diritti umani nel mondo arabo. La polizia francese ha arrestato il dr. Dhina lunedì 16 gennaio 2012, su richiesta delle autorità algerine.

Oltre a essere direttore esecutivo di Alkarama, il dr. Dhina è anche membro fondatore di Rachad, associazione politica pacifica legalmente registrata in Francia che cerca un cambiamento democratico in Algeria.

Allorché la polizia arrestò il dr. Dhina all’aeroporto di Parigi-Orly, egli stava tornando a Ginevra, dove risiede, dopo aver partecipato a un incontro di Rachad a Parigi. Da allora, le autorità francesi hanno dichiarato di detenere il dr. Dhina su richiesta delle autorità algerine, che ne cercano l’estradizione in Algeria per processarlo con l’accusa di aver appartenuto a un gruppo terroristico armato in Svizzera negli anni 1990.

Martedì 17 gennaio, il presidente della Corte d’Appello di Parigi ha confermato la detenzione del dr. Dhina in vista di una sua eventuale estradizione in Algeria, per la quale le autorità algerine avrebbero avuto 30 giorni per presentarne i motivi.

Il dr. Dhina ha avuto un ruolo chiave nel denunciare le violazioni dei diritti umani nel mondo arabo mediante la sua opera presso Alkarama. Inoltre, le sue attività politiche sono state svolte esercitando legalmente la sua libertà d’espressione e d‘associazione, come garantito dal diritto internazionale. Il dr. Dhina è transitato liberamente in Francia numerose volte in passato. Temiamo perciò che la richiesta delle autorità algerine sia motivata dal desiderio di zittirlo a causa della sua attività politica con Rachad e in quanto difensore dei diritti umani con Alkarama.

Temiamo inoltre che il dr. Dhina rischierebbe torture e maltrattamenti qualora fosse rinviato in Algeria, dato il documentato uso della tortura da parte delle autorità algerine – cui è stato fatto recente riferimento da parte del Comitato contro la Tortura nella propria valutazione dell’Algeria del 2008. Ciò sarebbe contrario agli obblighi della Francia ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura. Siamo anche preoccupati che la consuetudine dell’Algeria di condannare le persone sospettate con processi manifestamente iniqui nei casi di accuse di terrorismo, porrebbe il dr. Dhina a rischio di una condanna e un’incarcerazione in base a un processo ben lontano dagli standard internazionali di equo procedimento legale in violazione del divieto di non-repressione.

Dato il ruolo chiave avuto dalla Francia nell’istituzione di un sistema internazionale per la promozione e protezione dei diritti umani, e l’enfasi che essa pone nel rispetto di tali diritti in ambito nazionale, speriamo che lei potrà assisterci nella protezione dei diritti del dr. Dhina assicurandone la non estradizione. Inoltre, se non ci sia prova credibile che abbia commesso alcun delitto riconosciuto come tale dagli standard internazionali, sollecitiamo le autorità francesi a rilasciarlo immediatamente. La Francia deve mantenere i propri obblighi internazionali riguardo ai diritti umani evitando ogni eventuale complicità in tentativi delle autorità algerine di soffocare le attività dell’opposizione e per i diritti umani di algerini in esilio.

Rispettosamente,

ACAT-France
Alkarama
Algeria Watch
Cairo Institute for Human Rights Studies (CIHRS)
Centre Libanais pour les Droits de l’Homme (CLDH)
Euro-Mediterranean Human Rights Network (EUROMED)
International Federation for Human Rights (FIDH)
Front Line Defenders
International Commission of Jurists (ICJ)
Ligue des droits de l’Homme
World Organisation Against Torture (OMCT)

Una luce nel buio algerino: Mourad Dhina


6.2.12 – TRANSCEND Media Service

Titolo originale: A Light in Algerian Darkness: Mourad Dhina

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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