Un’altra sinistra. Lettera a Babbo Natale – Pietro Polito

Caro Babbo Natale,

se c’è nel tuo grande sacco, anche se nell’anno che sta finendo non ci siamo comportati tanto bene, per l’anno che sta arrivando portaci una sinistra. E anche una destra, se ne hai una. Del centro possiamo fare a meno.

È vero che le nozze si potrebbero fare con i fichi secchi, ma con questa sinistra, sai, non è che non vinceremo mai, perdiamo anche quando vinciamo (le elezioni), altro che andare a nozze.

Dov’è la destra, dov’è la sinistra? Si domandava il cantautore; che cos’è la destra, che cos’è la sinistra? Si interrogava il filosofo.

La destra sappiamo che c’è e ce ne accorgiamo quando è al governo, la sinistra non sappiamo se c’è perché non ce ne accorgiamo né quando è all’opposizione né quando per ventura o per un atto di estremo coraggio si ritrovasse alla guida del Paese.

Per farti capire che, se ci porti una sinistra, saremmo tutti più contenti, guarda un po’ come siamo ridotti.

La nostra “sinistra” (le numerose eccezioni non smentiscono la regola) è:

1. troppo ossequiosa nei confronti della Chiesa cattolica;

2. più liberista che liberale;

3. più liberale che socialista;

4. troppo industrialista;

5. sostanzialmente maschilista;

6. ha fatto i conti con la violenza, non ha fatto i conti con la nonviolenza;

7. non ha imparato la distinzione tra la religione e la religiosità.

Ti rendi conto Babbo Natale?

Lo sappiamo, lo abbiamo capito che in fondo al pozzo non c’è la luna, ma chissà se in fondo, in fondo, in fondo al tuo sacco non ci sia una sinistra per noi.

Nei giorni 10 e 11 dicembre si è tenuto a Torino alle “Officine Corsare” un “Seminario sulla gioventù”. Sai, Babbo Natale, di cosa sentono il bisogno i giovani corsari? Di una “sinistra”, che cercano “disperatamente”.

Quale sinistra? Prendi nota:

1. una sinistra che ragiona, ferma sui valori, capace di confrontarsi con la realtà;

2. una sinistra, come ci è stato insegnato da Norberto Bobbio, che sappia coniugare l’etica della responsabilità con l’etica delle convinzioni;

3. una sinistra laica, intesa la laicità come il metodo del dialogo e dell’apertura;

4. una sinistra non dimentica dei valori del liberalismo e del socialismo;

5. una sinistra che ha capito che non può e non deve esserci contrasto tra un’etica dell’uomo e un’etica della terra;

6. una sinistra di uomini e donne che ha capito che “dalla crisi si esce solo con le donne, non contro di loro” (Cristina Comencini);

7. una sinistra che fa tesoro della lezione delle vie bloccate: la via bloccata che non possiamo né dobbiamo più percorrere è quella della violenza.

8. una sinistra religiosa, intesa la religione come l’“apertura appassionata a una realtà liberata” e il “rifiuto di accettare i modi attuali di realizzarsi della vita e del mondo come se fossero assoluti e gli unici possibili”.

Insomma … … … una sinistra che non c’è.

Diario italiano. Fatti, persone, idee, valori (a cura di Pietro Polito)

 

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