Tre crisi–tre idee – Johan Galtung

Discorso tenuto alla sede ONU di Ginevra, Svizzera, il 1 dicembre 2011

Eccellenze,

Stiamo celebrando il 50° anniversario del Movimento dei Nonallineati (NAM); un grande successo.  Essi non parteciparono al folle confronto della NATO e della WTO (Organizzazione del Patto di Varsavia) nella corsa agli armamenti, addirittura nucleari. Il NAM era guidato da due triadi di paesi, India-Indonesia-Jugoslavia e Finlandia-Svezia-Austria, e da due triadi di capi d’alta qualità, Nehru-Sukarno-Tito e Kekkonen-Palme-Kreisky. I loro ruoli intermedi tra i due blocchi diedero al mondo un po’ di normalità nella follia. Cosa molto necessaria per il rapporto Occidente-Islam di oggi; ma manca quella leadership di qualità.

Ci siamo riuniti nella sede ONU di Ginevra sotto gli auspici della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo Sviluppo – UNCTAD – e di EnergyPact, rper affrontare tre crisi: diseguaglianza Nord-Sud; crescente iniquità entro e fra i paesi, poveri e ricchi, ben lungi dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG); e riscaldamento globale. Ecco allora tre idee, una per ciascuna.

Diseguaglianza Nord-Sud: Risuscitare ed espandere la Via della Seta.

La formula è sollevare il Sud, fattibile solo da parte del Sud stesso; non è mai stato nell’interesse del Nord. Con il Nord, particolarmente il Nord-Ovest in de-sviluppo, e l’Impero USA in caduta, i mondi in sviluppo e de-sviluppo convergono. Ma Asia del Sud, Africa, America Latina sono tuttora frammentate. Perciò perché non maggiori scambi Sud-Sud, Africa compresa, non solo di beni, servizi e ricambi, ma persone e idee, con flussi e contro-flussi? Senza escludere il Nord, ma neppure per forza mediante il Nord.

C’era un modello: When Asia Was the World 500-1500 (Stewart Gordon, 2008). La Via della Seta era più che solo seta e solo una via; una gigantesca pista marittima per merci e persone dalla Cina orientale all’Africa orientale passando per l’Asia, gestita da buddhisti e musulmani finché fu uccisa da Portogallo e Inghilterra per Dio, il Re e la Compagnia. La si resusciti; vi si aggiunga una strada di grande comunicazione a quattro corsie da Dar es Salaam a Kinshasa per una confederazione bi-oceanica, poi per nave a Bahia-Rio-Montevideo-La Plata: e il Sud-Sud-Sud è lì, reale!  Nessun problema tecnico; e la Cina potrebbe offrirla gratis all’Africa.

Diseguaglianza crescente entro i paesi: Sollevare le condizioni del fondo della società!

La formula è di sollevare il fondo della società, ciò che possono fare solo coloro che appartengono a questo strato della società col proprio lavoro; questo non è mai stato nell’interesse dell’1% in cima. La causa primaria è il capitalismo rampante che pompa liquidità verso l’alto e sprofonda le masse nella povertà, addirittura nella miseria, mutando in speculatori l’uno per mille superiore. L’economia reale non funziona perché manca il potere d’acquisto, e l’economia finanziaria funziona invece così bene che il divario fra valore monetario e valore creato porta a una crisi dopo l’altra. La speculazione, al contrario degli investimenti con impegni specifici, si dovrebbe trattare come un crimine, rivelando i nomi degli speculatori.

Per di più, la vasta sofferenza dovrebbe innescare l’azione, non le valutazioni finanziarie fatte da genzie. La Cina ha enormi diseguaglianze, ma i cinesi hanno tirato fuori dalla povertà 300-400 milioni di persone fra il 1991 e il 2004; e si sta lavorando sul resto. Come? L’unità di sviluppo non è l’individuo cui dare sussidi per studiare nell’Occidente e per l’Occidente, né l’intero paese sovvenzionato a date condizioni dall’Occidente, bensì le comunità locali, a cominciare dalle più povere. Impiegare i più bisognosi in micro-aziende che producono per i bisogni fondamentali: agro-cooperative per gli alimenti, aziende tessili e fornaci di laterizi rispettivamente per l’abbigliamento e le abitazioni, policlinici, scuole. Cooperano cinque settori: privato, pubblico, società civile, settore tecnico, e un settore di coordinamento. I più bisognosi producono ciò che gli serve, vendono l’eccedenza in modo accessibile, ripagano il credito, e dopo qualche tempo hanno denaro per partecipare all’ economia reale, facendo ruotare il volano. I cinesi lo chiamano capi-comunismo. Fattibile.

Riscaldamento globale crescente: Dallo sviluppo economico a quello umano

Gli indicatori contano. Il PIL/PNL (Prodotto Interno/Nazionale Lordo) è il valore delle transazioni economiche, cioè: il valore aggiunto derivante dall’elaborazione/manifattura e dalla commercializzazione, industrializzazione e trasporti; fattori chiave dell’esaurimento e dell’inquinamento; GNDP = Gross Nature Destruction Product (PGDN = Prodotto Globale lordo di Distruzione della Natura). Alternativa: l’ISU (HDI), Indice di Sviluppo Umano basato su una vita sana, lunga e con istruzione, anche ricca di contenuto.

Ovviamente ci serve la produzione di beni e servizi. Ma per che cosa? Qual è la meta, e perché non mirarvi più direttamente?

La definizione del 1946 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) è molto chiara in merito a tale obiettivo:

Uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, e non una pura assenza di malattia o infermità”.

Vita lunga e sana vuol dire uso attento del corpo, osservare che cosa vi entra e ne esce, trattare i problemi e i conflitti interiori ed esterni con maturità, e senso di convivenza, condivisione con gli altri. Gli indicatori sociali sono una bassa mortalità e morbilità, pace interiore e sociale. Ci si concentra sul sé in rapporto ad altri più che sulle cose; e su “beni e servizi” spirituali più che materiali, sollevando i più svantaggiati da malattia o infermità; salute positiva, cultura per tutti.

Usare bene il corpo, alimentarsi propriamente, gestire i conflitti, sono tutte attività a lieve impatto sull’ambiente; come gli stili di vita degli abitanti nell’alto Caucaso e nell’Himalaya. Ma anche produttori di cultura? Sì, ne hanno prodotta, ma non la nostra; più come il sufismo, il buddhismo. Vale la pena saperlo.

E magari mirare sia al materiale sia allo spirituale? Sì, purché meno al primo che al secondo. Si controllino l’economia reale e quella finanziaria, aggiungendo però qualcosa di nuovo e ispirante!  Abbiamo bisogno di leader che pongano nuovi obiettivi e traccino un nuova rotta. E’ giunto il tempo. Adesso!

Abbiamo faticato abbastanza con questa tutela ottusa e amorale degli economisti fissati sul PIL. Aveva ragione la regina Elisabetta: “Perché tutti questi brillanti studiosi della LSE (London School of Economics) non hanno previsto il nostro disordine economico?” Silenzio.

Le professioni mediche sono poste sotto giuramento per servire la salute di tutti, anche se talvolta servono piuttosto le industrie della salute.

È più sostenibile un cambiamento a 45 gradi: verde, rispettoso con la natura. Si tiri fuori la gente dalla morbilità e dalla miseria producendo per i bisogni fondamentali, per la vita, il benessere, e la libertà di scelta, qualcosa di spirituale per l’identità. Inoltre, si apra un collegamento Sud-Sud-Sud accessibile a tutti, per scambi cristiano-musulmano-buddhista-hindu e molti altri ancora.

Con gente che sciama ovunque, godendo dell’incredibile ricchezza umana.

05.12.11 – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

Titolo originale: Three Crises – Three Ideas

http://www.transcend.org/tms/2011/12/three-crises-three-ideas/

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