Dio, i soldi e la coscienza

Nanni Salio

Anselm Grün, Jochen Zeitz, Dio, i soldi e la coscienza, Paoline, Milano 2011, pp. 317

Dio i soldi e la coscienzaIn tempi di crisi sistemica globale, ogni contributo di riflessione sull’economia è benvenuto. Ma questo è particolarmente originale: un dialogo tra il monaco benedettino Anselm Grün, economo dell’abbazia bavarese di Münsterschwarzach e Jochen Zeitz, manager della famosa azienda sportiva Puma.

Suddiviso in dodici capitoli tematici, il libro comincia con una riflessione di Jochen Zeitz sulla sostenibilità. Un buon punto di partenza, ben argomentato e documentato. Ci sono tutti i principali riferimenti agli autori che da tempo si occupano di questo tema.

Ogni capitolo è introdotto alternativamente da uno dei due autori e completato da un dialogo fra loro. La scrittura è scorrevole, chiara, e non c’è volutamente un apparato di note, per renderlo fruibile a un pubblico più vasto.

L’approccio del monaco mette necessariamente in rilievo le dimensioni religiosa e spirituale, in una visione che si richiama all’ecumenismo e valorizza la sapienza delle culture tradizionali delle popolazioni indigene, che sono state capaci in passato di vivere con maggiore armonia nell’ecosistema terrestre.

Il contributo del manager spazia sui vari temi dell’economia, mettendo soprattutto l’accento sul rapporto etica ed economia e sulle distorsioni dell’attuale modello di economia e di sviluppo. In passato l’economia si prefiggeva di “ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, e senza scarti”, richiamandosi alla prescrizione di Henry David Thoreau: “semplificare, semplificare, semplificare”.

Oggi invece siamo dominati dall’ossessione della crescita che si traduce in uno “spreco indiscriminato” (pp.68-69).

Il dialogo tra i due autori offre concreti spunti di cambiamento, in sintonia con quanto proposto da vari autori e movimenti di base ovunque nel mondo. Saremo sufficientemente saggi e capaci di tenerne conto, prima che si verifichi la “grande implosione” prevista quarant’anni fa dagli studiosi del Club di Roma e di cui cominciamo a vedere le sempre più numerose avvisaglie?


 

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