Baciare il rospo? Il contrasto vero dei tempi nuovi – Pietro Polito

Il contrasto vero dei tempi nuovi come delle vecchie tradizioni non è tra dittatura e libertà, ma tra libertà e unanimità: il vizio storico della nostra formazione politica consisterebbe nell’incapacità di pesare le sfumature e di conservare nelle posizioni contraddittorie un’onesta intransigenza suggerita dal senso che le antitesi sono necessarie e la lotta le coordina invece che sopprimerle (Piero Gobetti).

Voglio raccontare le due reazioni contrastanti se non opposte provate nel giro di una mattina nei confronti del Grande Tecnico.

La mattina è quella di giovedì 17 novembre 2011.

Per gli ascoltatori di Radio Tre è stata la prima mattina della prima “Prima pagina” senza il Sultano, dopo anni e anni e anni …

Ci è sembrato di risvegliarci dopo un lungo sonno in un altro film con altri attori, con il Grande Attore non più al centro della scena.

Per accertarmi di non essermi sintonizzato con il canale radio del Paese di un altro Pianeta sono andato in edicola e ho trovato i giornali di questo Paese – “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “il manifesto”, i giornali che non amo ma che a volte leggo nella sala della Biblioteca civica, per conoscere dalle loro parole il pensiero degli avversari. Ho provato a leggere qualche volta “La Padania”, ma non ce l’ho fatta.

La mia attenzione è subito attratta dalla prima pagina del “quotidiano comunista” che ospita un articolo di Marco Revelli, Bacio il rospo.

Capisco allora di essere nel Paese di sempre.

Se ascoltando “Prima pagina” mi era parso che qualcosa fosse cambiato e che il rospo fosse baciabile perché un rospo autentico è preferibile a un falso Principe, leggendo un giornale dopo l’altro, esso mi è parso alla fine indigeribile.

Non tanto per il professor Mario Monti che “è un liberale cattolico, forse anche un radical-moderato, dove la parola radicale sta a significare che la sua moderazione non inclina tanto al compromesso ma piuttosto all’intransigenza” (Eugenio Scalfari). Una persona per bene.

Ciò che è insopportabile è il coro multiforme, variegato, contraddittorio, composito, eclettico, eppure unanime, senza sfumature, con troppi consensi e pochi dissensi che ha benedetto “il governo del rospo”.

Un coro che troppo rapidamente si è esteso all’intero Paese: otto italiani su dieci, ci informa Ilvo Diamanti, promuovono il Professore. Capito? Otto italiani su dieci. Ma come è possibile?

Quando le benedizioni sono eccessive finiscono per elidersi l’una con l’altra.

Il governo ha la benedizione di lassù e le benedizioni di quaggiù.

Mi limito a richiamare le benedizioni terrene: il governo dei “banchieri di Dio” è gradito al Vaticano, ai Mercati, a una opposizione confusa, come al solito divisa e senza un progetto comune, al Sultano fino a quando deciderà di staccare la spina, all’Eterna Promessa ora alla guida della Ferrari, al Disdettatore che dagli Stati Uniti ci ha fatto sapere che “l’Italia non avrebbe potuto fare una scelta migliore”.

Non è finita: per Lodovico Festa quello di Monti è il governo del giornale di via Solferino (“il Giornale”, 17 novembre 2011).

Contro il governo la Lega, Domenico Scilipoti, Alessandra Mussolini, non un deputato della sinistra di governo.

Fuori dal governo, il politico-poeta ha ragione quando dice che non basta passare dall’avanspettacolo al teatro di prosa per impedire che tutto cambi per non mutare mai nulla.

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Il rospo, Kate e Penelope

In questi giorni vive a Torino, in una grande villa, la mia diva preferita che sta girando un film con un bravo regista e attore italiano.

Direte: “Che cosa c’entra?”. C’entra, c’entra …

Alessandro Robecchi (“il manifesto”) ha confessato che, piuttosto che baciare il rospo, preferirebbe baciare Kate Moss. Io preferirei baciare Penelope Cruz. Ma sia io sia Alessandro, credo, possiamo solo illuderci che Kate e Penelope possano prendere in considerazione l’idea.

Fuor di metafora, il senso dell’aneddoto è che nessun bacio può trasformare il rospo in Kate o in Penelope. Come avverte Robecchi, “baciare i rospi può alterare la percezione del reale”. Anche se “è meglio baciare un rospo che un serpente a sonagli”, tuttavia è bene stare con gli occhi aperti.

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