GUERRA E PACE. Ovvero l’obiezione di coscienza spiegata a mio fratello

sabato 19 novembre 2011 – ore 21.00
Cascina Roccafranca – Via Rubino 45 – Torino

Uno spettacolo realizzato nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis, all’interno del progetto “Briganti o obiettori? La renitenza alla leva alla nascita dell’unità d’Italia”, con il contributo della Regione Piemonte.

testo di Fabio Arrivas e Renzo Sicco
interpreti Angelo Scarafiotti e Andrea Castellini
regia di Lino Spadaro

I 150 anni dell’Unità d’Italia coincidono con la grande crisi sistemica mondiale che sta mettendo a repentaglio l’intero assetto economico del nostro paese. Ma questa è anche l’occasione per ripensare la nostra storia alla luce degli insegnamenti che i maestri della nonviolenza ci hanno lasciato: da Aldo Capitini a Danilo Dolci, da Padre Ernesto Balducci a don Lorenzo Milani.

Le decine di migliaia di giovani obiettori che hanno scelto il servizio civile indicano ai loro coetanei la strada da seguire per superare la grande crisi nella prospettiva di una futura società nonviolenta.

La leva militare e l’obbligo alle armi, l’obiezione e la renitenza, la voglia di pace, le lotte per il diritto a non “fare la guerra”, in Italia come negli USA degli anni del Vietnam. Da qui, da un semplice incontro tra due fratelli, ha inizio un lungo viaggio che vuole parlare di guerra e di pace.

A tre anni di distanza dal progetto LA COSTITUZIONE IN 10 COLORI Assemblea Teatro ritorna a lavorare in teatro su di un lavoro dal forte sapore sociale/civile che vuole essere anche momento di riflessione ed educazione per i giovani, e lo fa in “compagnia” del CENTRO STUDI SERENO REGIS di Torino.

Si parla di leva militare, pretesto per raccontare un pezzo di storia, d’Italia e non solo, per affrontare la “guerra” e la “pace” al tempo dei militari “volontari”, del peacekiping, delle primavere arabe e della “democrazia” esportata. Quest’ultimo decennio ha visto le prime generazioni che non affrontano l’obbligo di leva ma che paradossalmente si trovano a confrontarsi quotidianamente con la morte di soldati italiani, la carriera militare come occasione di lavoro (spesso per i giovani di un sud che lavoro non ne ha) e le missioni umanitarie che si traducono in guerre sul campo.

Lo spettacolo

Angelo e Andrea sono due fratelli che le vicissitudini della vita portano a dormire nuovamente nella stessa stanza. La “cameretta” dove sono cresciuti insieme.

Angelo, dopo un matrimonio andato in crisi, ritorna infatti temporaneamente nella casa di famiglia. E’ questa l’occasione per incontrare nuovamente il “fratellino” ormai cresciuto e, come tutti gli adolescenti, pieno di interrogativi che nascono dalle inquietudini del presente. Fra questi le guerre vive che ci circondano, cariche di nuova quanto occulta violenza. Un letto a castello che ricorda una branda è il pretesto per addentrarsi in una discussione che porta i due fratelli a parlare di obiezione di coscienza e di renitenza alla leva, parole e concetti lontani e pertanto difficili da capire. Attorno a questi si affastellano altri termini in disuso come disertore, nonnismo, najone… e altri ancora. Attraverso i ricordi di Angelo, il fratello adulto, e il suo sforzo di rendere comprensibile ad Andrea, il fratello giovane, una materia e un mondo così lontano nel tempo, si dipana e sviluppa un significativo tracciato della Storia d’Italia negli ultimi 150 anni, ben legata pur nelle diversità a quella presente.

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