L’Italia è un paese liberale? – Pietro Polito

Mi sono posto la domanda leggendo il buongiorno di Massimo Gramellini Gloria Mundi (“La Stampa”, 21 ottobre 2011) sulla reazione di alcuni politici italiani alla fine di Gheddafi.

Il solo rimprovero che muovo a Gramellini è di aver chiamato il sultano “Il filosofo di Palazzo Chigi”. Lo inviterei a non farlo più perché alla guida del Paese non c’è un filosofo ma, come si sa, un Unto del Signore.

Un personaggio che, benché a suo dire benedetto dalla Provvidenza, ha avuto una reazione greve alla morte di un altro Predestinato: Sic transit gloria mundi. Questo l’epitaffio dettato dal Capo.

Il Ministro che dovrebbe rappresentare l’Italia nel mondo invece ha brindato alla “grande vittoria del popolo libico” mentre quello della difesa ma non della pace ha detto. “dobbiamo gioire”. Proprio così: “ Gioire”.

Ha ragione Gramellini. Queste parole, di fronte a una vittima inerme sia essa Gesù o Gheddafi, possono essere pronunciate solo da una classe di politici che “parlano prima di pensare, o anche senza pensare, né prima né dopo”.

Questa ennesima strabiliante prova della statura della classe di governo mi ha spinto a riprendere in mano un libricino curato da Norberto Bobbio, La classe politica (1966), in cui il filosofo raccoglie, illustra e commenta le idee di Gaetano Mosca.

Ebbene sapete quali sono, non secondo il rivoluzionario Piero Gobetti ma secondo il conservatore Mosca, le caratteristiche di una classe politica liberale?

Ne elenco tre:

1. la classe politica in un regime liberale obbedisce a una legge “basata sul consenso della maggioranza dei cittadini”;

2. la classe politica liberale dichiara apertamente alla maggioranza e alla minoranza dei cittadini gli scopi della sua azione di governo e accetta il ruolo di controllo dell’opposizione;

3. l’autorevolezza della classe politica liberale deriva da “certe qualità intellettuali e soprattutto morali, le quali sono utili e forse anche necessarie affinché una classe dirigente mantenga il suo prestigio”.

Parafrasando Gramellini, si può dire che la principale qualità intellettuale e morale di una classe politica liberale sta nella capacità di pensare prima di parlare e di agire e non dopo avere parlato e agito. Aggiungo io, di sapersi correggersi se le parole e soprattutto le azioni di chi governa conducono il Paese (come accade oggi) in un vicolo cieco.

Se per regime liberale si intende un regime in cui governa una classe politica:

1. che gode del consenso della maggioranza dei cittadini;

2. che è consapevole di dove sta portando o vuole portare il Paese;

3. che è esemplare per qualità morali e intellettuali;

pare legittima la domanda: “In Italia vige un regime liberale?”

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