Culture profonde afghana e tedesca in guerra – Johan Galtung

Koblenz, Germania – Discorso programmatico presso le Forze armate federali tedesche: Fronteggiare la cultura (Deutsche Bundeswehr, “Innere Führung”)

Signore e Signori,

Questa conferenza è dedicata al vostro eroe e mio buon amico personale, Wolf Graf von Baudissin (Wolf conte di Baudissin, generale, del movimento “generali per la pace”, NdT), che coniò il termine “innere Führung“, guida interiore. Parlerò infatti di guida interiore collettiva, di visioni del mondo, spesso subconscie, così naturali e normali da non aver bisogno di venire articolate. E tuttavia è proprio quello che ci serve, in base a innumerevoli dialoghi con afghani e tedeschi d’ogni genere.

Gli afghani sono gente di montagna che vivono prevalentemente in 25.000 villaggi autonomi e autosufficienti. Divisi in, diciamo, 6-8 nazioni, i pashtun furono frammentati dalla linea di confine Durand tracciata da imperialisti. Qui è dove Alessandro il Grande divenne il Piccolo. Anche i mongoli lasciarono perdere; i britannici furono battuti nel 1842-1878-1919, come pure i sovietici nell’invasione del 1979. Perdipiù, l’invasione USA del 7 ottobre 2001, sostenuta da una coalizione dei volonterosi – di cui sono membri Germania e Norvegia – sembra non andare da alcuna parte.

I miei dialoghi con taliban e altri indicano tre chiari obiettivi: niente secolarizzazione, niente stato unitario sotto Kabul, niente altre invasioni. Tre ragioni per combattere; su una scala da 0 a 3, gran parte degli afghani sono probabilmente a 1 o 2. Il loro monoteismo musulmano, con una forte cultura del noi e molta condivisione, esclude qualunque dominio degli infedeli e qualunque capitolazione.  la loro prospettiva temporale è illimitata e la loro umma consta di ben 57 paesi dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) con 1.560 milioni di musulmani. La loro esperienza nello sfuggire agli intrusori è la loro forza.

Che cosa fa venire in mente l’Afghanistan? La Svizzera, ovviamente. 6,000 comuni autonomi, 4 nazioni che sopravvivono come federazione lasca basata sulle nazionalità, con ampie autonomie locali, buone relazioni coi vicini, neutralità. In una mediazione TRANSCEND del febbraio 2001 emerse una soluzione in 5 punti:

1. coalizione con i taliban,
2. una federazione che declassasse Kabul,
3. una comunità dell’Asia Centrale con tutti i vicini e confini aperti,
4. bisogni fondamentali per tutte le nazioni e i generi,
5. peacekeeping da parte del Consiglio di Sicurezza ONU e dell’OIC.

Tuttavia, un autorevole politico afghano presente disse, “Bene, ma gli americani ci attaccheranno in ottobre per le basi e gli oleodotti”. E così è stato.

Se gli afghani concludono dalla storia che sopravvivono restando gli stessi, i tedeschi ne traggono la conclusione opposta. La storia tedesca è un intenso dramma. Il Primo e il Secondo Reich avevano come guida il Signore, Dio, il Kaiser gratia Dei come Suo rappresentante in Terra, circondato da una corte e un esercito in graduale modernizzazione, con i sudditi addestrati all’obbedienza; i nemici, creatisi con gli scismi del 1054 e 1095, erano gli ortodossi e i musulmani. E gli ebrei. La prima guerra mondiale distrusse tutto ciò: il Kaiser abdicò, la corte si defilò nello sfondo, e così fece pure il Signore; la gente era confusa in quanto russi, serbi ed ebrei rimanevano come nemici – questi ultimi così come definiti da Martin Luther. Entrò in scena Hitler. Dio divenne la Provvidenza che incorporava Odino, il Kaiser divenne Führer, la corte divenne il Partito, aggiunta a esercito e industriali. E il Popolo ebbe la sua guida dall’alto, da fuori. I nemici chiave erano gli stessi, ebrei, russi, serbi. Il resto, come suol dirsi, è storia.

E la seconda guerra mondiale distrusse tutto ciò. Di nuovo, le posizioni di Dio come guida ultima e del Suo rappresentante in Terra erano vacanti. La prima fu occupata da Washington e Mosca, la seconda da Adenauer e Ulbricht.  La gente, ben abituata all’ obbedienza, si adeguò, in due varietà di tedeschi divisi, come i pashtun, dagli imperialisti. Per gli ebrei la Soluzione Finale, per i russi terribili sofferenze, ma alla fine la Germania nazista fu battuta da loro. Da parte dei serbi, una guerriglia irritante; ma ebbero, pur tardi, un’agognata ssonfitta, in Kosovo/a.

Da Washington emanò una nuova Trinità: Stato di diritto, Diritti Umani e Democrazia; focalizzata su atti di commissione, non d’omissione, diritti umani individuali, non collettivi, dibattiti/votazioni, non dialogo/consenso. Molto occidentale.   I musulmani furono quasi dimenticati, ma poi Washington fu colpita dall’11 settembre. Un’illimitata solidarietà con Washington divenne politica estera tedesca, a difesa della propria sicurezza in Hindukush. Essendo giunti alla nuova Trinità, i tedeschi si sentirono autorizzati, anzi obbligati a diffondere tale vangelo agli afghani “falliti”. E così fecero. Il resto lo sappiamo.

Signore e signori, possiamo fare un saltino ad absurdum? Un villaggio in Hindukush ha armi a lunga gittata e ha deciso di difendere la propria sicurezza a Berlino. Da bravi kantiani, i tedeschi immediatamente riconoscono il diritto afghano a generalizzare. Gli storici hanno identificato Berlino come importante fonte di insicurezza per gli altri, anche per gli afghani. E i loro etnologi hanno studiato la cultura tedesca e riscontrato la stessa Sendungsbewusstsein [coscienza di missione] in tutte le epoche. Sicché i tedeschi cercarono di conquistare cuori e menti dei popoli che conquistarono, come i norvegesi, costruendo strade con una mano e torturando, imprigionando, uccidendo, con l’altra; come in Afghanistan. Tale ambiguità ha comunicato male: li odiamo.

La gente tedesca sembra accettare quasi qualunque cosa, il Signore in due varietà, il Kaiser I e II, il Führer, le Superpotenze in due varietà. Il tempo è intervenuto a normalizzare quel paese come una lasca federazione culturale con numerose municipalità autonome. E hanno trovato un concetto delizioso, Heimat [patria], il locale, il biologico, su cui costruire. Le montagne sono poche. E i tedeschi sono troppo omogenei.  Un norvegese ha proposto una divisione fra cattolici da vino, cattolici da birra, protestanti da birra, asserendo che il nazismo fu un’alleanza degli ultimi due, con una certa opposizione da parte dei primi. Ma la tipologia è stata trovata troppo nordica, troppo alcolica.

Mi sto forse prendendo gioco dei tutto quanto l’esercizio inter-culturale? No. Come Sun Tzu credo non solo nella conoscenza dell’Altro ma pure di Sé. Ma non nell’imposizione di Sé all’Altro, nota anche come colonialismo. Dialogo sì, scambi sì, clonazione no. Alcuni capiranno che cosa viene offerto, altri pretenderanno di usarlo contro il donatore. Come farebbero i tedeschi ricacciati a un passato di Heimat molto ambiguo.

Lasciate che gli afghani siano afghani. Tenete in gran conto il modello svizzero. Lasciate che i musulmani aiutino i musulmani. Cessate l’assurdità di gestire il mondo partendo dall’Asia centrale; lasciate che i centro-asiatici trovino la forma [politica] che gli è propria. La Germania ha un messaggio, ed è il suo articolo 23, l’unificazione; sui confini di Schengen. E la prefazione di Martin Luther al primo Corano stampato, in latino, a Basilea nel 1541.

10.10.11 – TRANSCEND Media Service
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

Titolo originale:
Afghan and German Deep Cultures at War
http://www.transcend.org/tms/2011/10/afghan-and-german-deep-cultures-at-war/

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