8 aprile – Giornata Internazionale del popolo Rom

L’8 di aprile si celebra il “Romano Dives”, la Giornata Internazionale del popolo Rom, in ricordo del primo congresso mondiale dei Rom svoltosi a Londra nel 1971. Quel congresso stabilì, come denominazione ufficiale della nazione Romanì il nome “Rom”, letteralmente “uomo” o “popolo degli uomini”, inclusivo di tutti i gruppi variamente denominati e presenti nel mondo (Sinti, Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar, ecc..). Quel giorno si scelse come inno nazionale “Djelem Djelem”, composto nel 1969 da Zarko Jovanovic, e la bandiera Romanì, una ruota indiana rossa su sfondo per metà verde, a simboleggiare la terra coperta d’erba, e per metà azzurra, a simboleggiare gli spazi infiniti del cielo. In quel congresso si costituì la Romanì Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom riconosciuta dall’ONU nel 1979.

A distanza di 40 anni da quel giorno crediamo necessario un momento di riflessione sul tema del diritto alla casa perché è la questione decisiva sulla quale si gioca la partita dei diritti dei Rom nel nostro Paese.

E’ ancora forte il pregiudizio in base al quale i Rom si rifiutano di vivere nelle case perché vogliono vivere nei campi. Quella dei campi o, così come vengono definiti ufficialmente, dei “villaggi attrezzati”, rappresenta un’anomalia tutta italiana. Ma i Rom non vogliono abitare nei campi e spesso sono le autorità che, in base ai “piani di emergenza nomadi”, li spingono a vivere in questi luoghi. Spesso, poi, accade che i Rom siano costretti a vivere in insediamenti abusivi, all’interno di baracche improvvisate, a causa delle difficoltà nell’accesso a misure alloggiative adeguate, come per esempio le case popolari.

Così come per gli altri cittadini, anche i Rom, dunque, vorrebbero un’abitazione “normale”.

Le associazioni Rom di Torino Idea Rom e Romanè pala Tetehara credono fermamente che sia arrivato il momento di offrire risposte abitative adeguate ai diritti delle proprie comunità, che facciano superare la logica “indecorosa” dei campi e che, allo stesso tempo, restituiscano dignità alla coscienza collettiva del nostro Paese.

In linea con queste aspirazioni, il Comune di Torino ha recentemente approvato un ordine del giorno per riconoscere e far propria la ricorrenza dell’8 aprile, “impegnandosi a diffonderne il valore e il significato alle istituzioni e alla cittadinanza attraverso tutti i mezzi a sua disposizione” e ricordando che “tale giornata è un momento importante per il popolo Rom e per l’umanità intera che può dirsi civile soltanto se a tutti i popoli è riconosciuta la pari dignità”. L’impegno dell’amministrazione comunale è per “Vegliare affinché questa parità venga fattivamente realizzata e non rimanga un mero proclama, avviando politiche attive anche per il superamento della ghettizzazione nei campi, per il contrasto di ogni forma di xenofobia e per il miglioramento della coesione e dell’inclusione sociale”.

Alla Regione Piemonte un mese fa Idea Rom e la Federazione Romanì nazionale hanno presentato una proposta di legge per il superamento della logica dei campi nomadi

(maggiori informazioni sul sito www.idearom.it).

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