Glu glu glu…

fra 30 anni il 48% della domanda di acqua mondiale resterà inevasa;

metà della popolazione non avrà accesso all’acqua potabile;

prima della fine del secolo un miliardo di profughi idrici si aggirerà per il mondo;

tra poco più di 20 anni un miliardo di contadini della sussistenza verrà cancellato;

un miliardo e 200 milioni di persone sono prive dell’accesso all’acqua;

un miliardo sono affamate;

un miliardo sono obese*

In molti conosciamo il concetto di «impronta ecologica», ma forse non tutti sappiamo che esiste un’«impronta idrica», cioè l’acqua virtuale necessaria a fabbricare un prodotto, a produrre un cibo. Qualcuno già propone di scriverlo in etichetta, e l’Unesco – tramite il suo Istituto di Educazione per l’Acqua – ha deciso di calcolare la quantità di «oro blu» contenuta nelle varie merci.

Possiamo calcolare la nostra impronta idrica individuale accedendo al footprint calculator messo a disposizione da Water Footprint Network (basta digitare «impronta idrica» e si trovano molte possibilità per farlo).

Ci aiuterà sapere quanta acqua «scippiamo» al pianeta e quanta ne potremmo risparmiare con le nostre scelte quotidiane?

Per produrre 1 kg di carne di manzo servono 15.500 litri d’acqua

Per produrre 1 kg di granturco servono 900 litri d’acqua

Per preparare una tazza di caffè servono 140 litri d’acqua


* dati tratti da P. Cacciari (a cura di), La società dei beni comuni. Una rassegna, Ediesse, Roma 2010 (appena giunto alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis)

(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)

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