Pensare cosmicamente, Agire globalmente, Mangiare localmente – Johan Galtung

È lo slogan di due professori dell’Università di California a Santa Cruz, l’astrofisico Joel R. Primack, e sua moglie, la filosofa della cultura (e cantante) Nancy Abrams. Il loro bel libro, The New Universe and the Human Future: How a Shared Cosmology Could Transform the World [Il nuovo universo e il futuro umano: come una cosmologia condivisa potrebbe trasformare il mondo, ndt], basato sulleTerry Lectures a Yale dell’ottobre 2009, sarà pubblicato da Yale University Press in aprile.

Il loro motto – con l’aggiunta cosmica al “pensare globalmente, agire localmente” coniato da René Dubos, ecologo franco-americano – è uno sforzo innovativo per risolvere il problema formulato da Joseph Campbell in The Inner Reaches of Outer Space [Le distese interiori del cosmo, TEA , Milano 2003, ndt]: “ciò che al mondo moderno serve più d’ogni altra cosa è una storia che unifichi”. La loro risposta, storia, narrativa, “Storia di una nuova origine”, è la storia dell’universo, ben più profonda che soltanto un Big Bang e un’espansione dell’universo in accelerazione.  Raccontata in splendida prosa, attraente per la mente e il cuore.

Una storia unificante comporta qualcosa al di sopra dei singoli esseri umani, qualcosa fuori di noi e dentro di noi; come la vita stessa, la vita umana, l’umanità come tale, la rete di relazioni umane, il dio delle nostre fedi. Non può essere io-me-mio, che è egocentrismo; e l’idea che un’infinità di egocentrismi sia altruismo è assurda.

Le religioni – re ligio, riconnettersi con quel che è all’esterno – forniscono risposte; con il Creatore come soggetto unificatore e la Rivelazione come narrazione unificante nelle religioni abramitiche; con un universo di ritmi in espansione e in contrazione nell’hinduismo. Il secolarismo è la negazione di creatore-rivelazione, con Smith-Kant-Laplace-Marx-Freud-Jung che producono narrazioni atee per l’economia, la ragione umana, la meccanica dell’universo, la storia e la mente umana, individuale e collettiva. Ma una negazione non è un tema unificante.  L’umanesimo, trasformando l’umanità in Dio, e la Storia in narrazione, può ispirare solidarietà, ma è anche un racconto di umana fragilità.

Le narrazioni unificanti hanno in comune una parola, diversa da Dio: stupore reverenziale. Che è appunto ispirato dal modo in cui Primack-Abrams raccontano la storia cosmica. Primack fece impressione decenni or sono con l’audacia intellettuale di trovarsi a suo agio nell’ambito micro-micro della teoria delle stringhe, dei quanta, dei quark, della materia oscura e dell’energia oscura, come in quello mega-mega del super-universo degli universi; a suo agio in ordini di grandezza da 10-25 a 1030. Non serve entrare in dettagli astrofisici, i lettori per lo più impareranno molto, come il sottoscritto, colmandosi di stupore per i miracoli che avvengono ogni istante.  Creazione senza un Creatore.

Ma Primack-Abrams considerano gli umani come centrali al dramma cosmico, non granelli di polvere in una enormità. Come lo giustificano? Non con la vita; ci possono essere altre forme di vita nell’universo. Ma con lo spirito umano, non solo un prodotto dell’universo bensì capace di comprenderlo; l’universo non elude qualsiasi comprensione, come gli dei delle nostre religioni. Potremmo aggiungere metafore, ipotesi, sì, ma la comprensione? Sappiamo co-creare?

Secondo gli autori, possiamo almeno smettere di distruggere il pianeta Terra con le emissioni di CO2 che raddoppiano ogni 30 anni, e ci portano ben oltre le normali variazioni. Controllare il nostro numero di abitanti e la CO2! E l’evoluzione dovrebbe portarci oltre, forse anche alla co-creazione.

E aggiungono: ci sono certe regole per il nostro comportamento al di fuori del pianeta Terra, nello spazio “esterno”:

1. Non introdurre armi d’offesa nello spazio

2. Evitare la frammentazione dei satelliti

3. Proibire esplosioni d’ogni genere nello spazio

4. Esigere il rientro di tutti i satelliti al termine della loro vita utile

5. Bandire reattori nucleari in orbita

Sappiamo tutti a chi sono rivolte queste norme: Santa Cruz è in California, negli Stati Uniti; con un impero cadente che cerca rifugio nello spazio esterno. Una lotta importante per tutta l’umanità.

Secondo punto: gli umani si trovano al centro degli ordini di grandezza da 10-25 a 1030, intorno ai 102 centimetri. Riusciamo a guardare, e lo facciamo, in entrambe le direzioni.

Terzo punto: non solo noi siamo favoriti, ma lo è anche il nostro habitat, “la Terra è un pianeta insolitamente adatto alla vita complessa”; non un “massiccio gigante gassoso” come molti altri pianeti. La nostra orbita è quasi circolare e non ci avviciniamo né ci allontaniamo troppo rispetto al Sole; il quale è longevo e la posizione stabile della Terra permette di mantenere l’acqua allo stato liquido. La superficie della Terra ricicla il carbonio e altri elementi essenziali alla vita; la Luna stabilizza la rotazione e il clima della Terra. Tutto il nostro sistema solare è nella “zona galattica abitabile”.

Esseri fortunati su un pianeta benedetto in un sistema solare favorito in una galassia favorita. Esseri Eletti in un universo Promesso?

E tale universo può essere solo uno dei tanti in un super-universo-multiverso-metauniverso. Universi diversi possono obbedire a leggi fisiche diverse. Il nostro è scaturito in una frazione di secondo, il Big Bang, 14 miliardi d’anni di espansione lineare in accelerazione. Quest’immagine è simile alle auto-rappresentazioni occidentali come Centro di espansione. Ma il super-universo sarebbe ospitale anche nei confronti di universi fluttuanti, per esempio, una cosmologia ciclica hindu. Una concettualizzazione culturalmente molto pluralistica.

In prossimità dell’inizio c’erano solo atomi d’idrogeno e d’elio, rispettivamente numeri 1 e 2 della tavola periodica degli elementi – gli altri giunsero in seguito. E laggiù ai livelli infimi c’è la “doppietta oscura”, materia ed energia, base per una teoria del doppietta oscura che serva allo scopo della Teoria della Grande Unificazione per conciliare la teoria dei quanti con quella della relatività create un secolo fa.

“Il nostro pianeta è molto speciale e forse unico in tutto il cosmo. I nostri antenati non sono solo i nostri nonni e trisavoli, non solo il nostro gruppo etnico, non solo la specie umana, non solo la vita del pianeta Terra, ma le stelle, le galassie, la materia oscura, e tutte le forze della natura, viventi e non, in una ininterrotta catena via via fino al Big Bang.”

Quindi gli autori, “ampliando l’identità umana”, indicano le nostre responsabilità cosmiche. E il nostro pianeta, la vita, la specie umana, il nostro gruppo etnico, le nostre famiglie.  Tutto quanto sta sopra di noi.

21.02.11 – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

Titolo originale: Think Cosmically Act Globally Eat Locally

http://www.transcend.org/tms/2011/02/think-cosmically-ac

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