Pace come modo di vivere

Johan Galtung

Non è così difficile, la Pace come modo di vivere. La pace negativa definisce un aspetto basilare, non arrecare danno, non violare i bisogni fondamentali per la sopravvivenza e il benessere degli umani e della natura, o i bisogni fondamentali di libertà, scelta, e identità, senso.

La pace positiva va oltre. Per prima cosa, si rammenti che la pace è una relazione fra noi, noi stessi e gli altri. La gentilezza e l’affetto sono una gran cosa, ma quel che importa è la loro attuazione nelle relazioni. Essere una democrazia che pratica i diritti civili-politici, e anche quelli economici-sociali, i diritti umani è una gran cosa, ma quel che importa è la loro attuazione nelle relazioni con altre società. Se la democrazia è dialogo, allora si pratichi il dialogo anche con il proprio nemico; se la democrazia è sottomissione a un voto di maggioranza, allora si costruisca quel tipo di assetto – qualcosa come un’Assemblea dei Popoli ONU – con adeguato spazio per sé e il proprio nemico.

Se i diritti umani comprendono il diritto alla vita, allora lo si pratichi non solo nell’ambito del proprio paese ma anche nella relazione con gli altri: non si inizi alcuna guerra.

C’è una vecchia norma basilare per regolare la condizione umana: diritti e obblighi reciproci che muovono noi e gli altri in relazioni complesse. Ci sono costi e benefici per tutti. La pace aggiunge solo una parolina alla reciprocità, ma molto importante: equità. Vantaggi mutui e uguali possono servire da base per una teoria e una prassi di pace, come in qualunque ricerca intellettuale con una certa serie di commenti.

Ciò opera a favore dell’amicizia e dell’amore nella vita quotidiana, e delle relazioni fra gruppi nella società e nei paesi del mondo. E spiega perché l’Occidente sembra così lungi dal farcela: si vuole sempre quel certo margine comparativo, una certa superiorità. Un trucco sta nel proclamare che ciò che si pensa d’avere sia essenziale alla pace. Ma ora qualcuno di loro si sta rapidamente de-sviluppando – PIIGS [Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna] e l’Anglo-America stessa! – e può anche ripensarci. E qualcuno fra il Resto – come i BRIC [Brasile, Russia, India, Cina] – è adesso in grado di praticare l’equità. Un’epoca drammatica per la pace.

C’è poi un secondo punto riguardo alla pace positiva. Qualunque relazione ha un passato, un presente e un futuro. Tralasciandone uno si è nei guai già prima di cominciare.

Se si vuole costruire una relazione d’amicizia, addirittura d’amore, si deve conoscere il bagaglio che noi e gli altri portiamo in una relazione; in particolare in qualunque relazione precedente. Ferite, traumi. Ci si aiuti reciprocamente. Un amico è uno che può dire: guarda, quella tal cosa non è stata fatta bene, di’ all’altro che vorresti che fosse disfatta. Aiutatevi reciprocamente quando il trauma è fra voii; si può vivere più pienamente se ci si libera l’un l’altro dalla colpa di aver traumatizzato, e dall’onta di essere stati umiliati dal trauma.

Può darsi che si debba ingoiare qualcosa del passato per procedere. I paesi europei hanno ingoiato ricordi amarissimi quando s’imbarcarono per quella grande avventura di pace positiva, la Comunità Europea con la Germania. A un certo punto l’Occidente e il Resto dovranno fare lo stesso, allorché l’Occidente – particolarmente gli USA e Israele – imparerà a non sfuggire all’inevitabile. Non c’è mai stato uno scontro di civiltà come questo: l’Occidente contro tutti.

Si sgombri il passato, si vada avanti. I conflitti vi aspettano, affrontateli come sfide. Lottate per risolverli a vantaggio reciproco e uguale; niente fughe, per favore. Identificate le tematiche difficili, cercate una soluzione aldilà della coesistenza passiva dell’evitare la violenza, obiettivo pur bello, ma siate più ambiziosi. Cercate una coesistenza attiva dove tutti fanno passi avanti, basata sulla soluzione, verso futuri di sfida senza dubbio gremiti di nuovi conflitti da affrontare.

Costruite i progetti per la pace del futuro, di nuovo per un beneficio reciproco e uguale. La mancanza d’immaginazione è un impedimento per la pace. Riempite le vostre amicizie e i vostri matrimoni di nuovi progetti; queli vecchi possono logorarsi. Curatevi degli altri e riceverete cura in cambio. Aiutate gli altri in difficoltà e verrete aiutati. Soffrite la sofferenza degli altri; godete della loro gioia – e due si fondono in uno.

E ancora un terzo punto a proposito di pace positiva. C’è qualcosa nel profondo dei contendenti, qualcosa di più profondo dei traumi presenti a livello conscio, che modella le relazioni, nel bene e nel male. La cultura profonda e la struttura profonda possono aver lasciato tracce nel subconscio individuale e collettivo, e sebbene operino forse al di sotto di ogni consapevolezza, sono molto influenti.

La cultura profonda contiene le cosmologie sedimentate nei generi, nelle generazioni e nei ceti – comprese le professioni! – nelle nazioni e negli stati, nelle civiltà e nelle regioni. Meno sono consce, più risultano influenti. Cercate di portarle allo scoperto. Una tendenza a dividere il mondo in due – come appunto l’Occidente contro il Resto – come influenza il vostro comportamento? Oppure una tendenza a vedere sempre yin/yang di ogni cosa? Troppo semplicistico nel primo caso, che incoraggia l’azione precipitosa; troppo complesso nel secondo caso, che incoraggia nessuna azione del tutto? C’è spazio per un sia l’uno-sia l’altro, un né l’uno-né l’altro?

La struttura profonda contiene gli schemi d’interazione che verosimilmente modellano il nostro schema personale. Un caso tipico è la famiglia, le modalità genitore-figlio, uomo-donna, solidamente sedimentate nel nostro subconscio. E nel presente lasciano le loro tracce gli strati storico-archeologici di passate strutture, anch’esse tanto più influenti quanto minore la loro consapevolezza.

Ecco impedimenti e risorse.Ci sono inibitori di pace dai quali guardarsi, e buone idee da rispolverare. Come l’arcipelago di sultanati, ossia la “Via della Seta” a collegamento di Oriente, Asia del Sud-Est, Asia del Sud e dell’Ovest sino all’Africa Orientale. Monete cinesi in Kenya. Oppure le città-stato europpe, le comunità locali.

Quante le sfide, tante le possibilità. La pace si può costruire: pace diretta mediante riconciliazione e mediazione costruttive, pace strutturale mediante adeguata progettazione. E tutto ispirato da una pace culturale che celebra il beneficio reciproco e uguale.


18.10.10 – TRANSCEND Media Service

Titolo originale: Peace as a Way of Life

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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