Novità libri – Lorenza Paoloni, a cura di, Politiche di forestazione ed emissioni climalteranti – Recensione di Stefano Racca

cop Paoloni Politiche-di-forestazione-eLorenza Paoloni, a cura di, Politiche di forestazione ed emissioni climalteranti, Edizioni Tellus, Roma 2009

I testi raccolti in questo volume traggono spunto negli interventi svolti durante il convegno “Politiche di forestazione e contenimento delle emissioni climalteranti” tenutosi a Roma il 26 giugno 2008; e affrontano tematiche quali la forestazione, la biodiversità, le emissioni climalteranti, sostenibilità ambientale, attività agricole per la produzione di colture energetiche, autorizzazioni alle emissioni in atmosfera e la conseguente riduzione di queste ultime.

Il volume si articola in cerchi concentrici, in cui al centro vi è l’acquisizione della consapevolezza del nesso che esiste fra emissione di gas inquinanti e forestazione/agricoltura, sia dal punto di vista giuridico sia da quello scientifico. Il cerchio successivo è l’indicazione della disciplina internazionale, comunitaria e nazionale sullo stesso problema, mentre gli altri cerchi, più lontani, sono rappresentati da saggi su aspetti scientifici del problema, come l’analisi della disciplina delle autorizzazioni amministrative alle emissioni inquinanti e gli strumenti di mercato per la loro riduzione. Il cerchio più esterno invece mostra esperienze di sviluppo sostenibile in America Latina e in Asia, legate al problema dell’alimentazione e della fame. Per tutte le tematiche affrontate il punto di vista principale è quasi sempre quello dell’agricoltore o del selvicoltore.

Una premessa “tecnica” per capire le cause e le dinamiche dei cambiamenti climatici è la comprensione del ciclo del carbonio, in special modo le conseguenze che l’attività antropica ha su di esso. Infatti una delle prime conseguenze delle attività umane è l’emissione di nuovo carbonio nell’atmosfera, e questo nuovo carbonio è prodotto anche dalla deforestazione e da un uso inappropriato del suolo agricolo. L’agricoltura moderna infatti è basata sull’uso di specie vegetali sempre più uniformi e con necessità di un alto consumo di acqua e di energia ed è quindi dannosa per l’eccessiva produzione di gas serra.

Il susseguirsi di summit internazionali sul clima, come la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Copenaghen nel dicembre 2009, evidenzia la diffusa preoccupazione sul grave stato di salute del pianeta, conseguente all’incremento delle emissioni di gas climalteranti nell’atmosfera. Gli argomenti su cui ormai anche l’opinione pubblica mondiale e non solo gli scienziati si mostrano interessati e allo stesso tempo preoccupati, riguardano la riduzione delle produzioni agricole, la perdita della biodiversità e i mutamenti ambientali. Le azioni internazionali in campo normativo pongono l’accento sulla consapevolezza dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e quindi sul danno provocato sugli ecosistemi da parte delle emissioni climalteranti.

Come strategia per l’efficienza energetica, l’Unione Europea ha adottato, nel 2006, un piano che prevede di ridurre entro il 2020 il 20% del consumo di energia primaria e di abbassare i costi delle energie pulite, oltre che migliorare il settore delle tecnologie a basse emissioni di CO2. Se si considera che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica passa anche attraverso la produzione di energie rinnovabili, assumono importanza le biomasse agricole e quelle forestali, e siccome i trasporti sono responsabili delle emissioni di gas serra almeno per il 20% di tutte le emissioni a livello mondiale, ha assunto grande rilievo la produzione di biocarburanti per i trasporti ottenuta dalle biomasse come fonte di energia rinnovabile.

La questione è tuttavia alquanto controversa per svariate ragioni. Innanzi tutto è necessario che la resa energetica del processo di conversione completo (ciclo di vita o LCA) della filiera delle biomasse sia positivo (EROI, rendimento energetico dell’intero ciclo, sensibilmente maggiore di 1). In secondo luogo, la produzione di biomasse per scopi energetici non deve entrare in conflitto con la produzione agricola a scopi alimentari, come purtroppo è già avvenuto, contribuendo ad accrescere e aggravare le difficoltà delle fasce più misere della popolazione umana. Una trattazione più completa, che esula dai lavori raccolti in questo volume, è stata svolta da Mario Giampietro e Kuzo Mayumi, dei quali si veda: The Biofuel Delusion. The fallacy of large scale agro-biofuels, Earthscan, London 2009 (disponibile presso la biblioteca del Centro Sereno Regis). Degli stessi autori, si può scaricare in rete un lavoro preliminare: CAN BIOFUELS REPLACE FOSSIL ENERGY FUELS?, www.ijtr.org/…/5.%20Giampietro_Mayumi_Ramos-Martin_IJTR_Article_Vol1_No1.pdf .

E’ infine da tener presente che la riduzione delle emissioni climalteranti è possibile anche con le modalità con cui si svolgono attività di selvicoltura e di agricoltura. Le foreste si comportano come spugne naturali che assorbono carbonio e dunque meno alberi vuol dire più gas serra nell’atmosfera. Si stima infatti che tra il 25 ed il 30 per cento dei gas serra che ogni anno vengono rilasciati nell’atmosfera – 1.6 miliardi di tonnellate – siano causati dalla deforestazione (http://www.fao.org/newsroom/it/news/2006/1000385/index.html).

Il volume fa parte della Collana Studi e materiali di diritto agrario, diretta da Giovanni Galloni, ed è corredato in appendice da alcuni testi normativi e da alcune pronunce giurisprudenziali utili per una più agevole comprensione degli argomenti affrontati.

Recensione di Stefano Racca

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