Murad Murad

Ilaria Zomer

Suad Amiry, Murad Murad, traduzione e cura di Maria Nadotti, Feltrinelli, Milano 2009, 14,50 euro

La copertina del libro

Murad Murad è la storia di un viaggio: Suad Amiry, membro della società intellettuale e borghese palestinese decide di inseguire il coniglio bianco, uno sfuggente e ardito giovane palestinese, Murad, nell’antro del paese delle meraviglie, superare la “barriera di sicurezza” e raggiungere Israele alla ricerca di un lavoro.

Murad Murad è la cronaca giornalistica di un viaggio di un’ architetta, vestita da uomo, che per diciotto ore si mischia ai braccianti palestinesi: giovani senza prospettive nella loro terra e uomini di mezza età che per una vita hanno donato il loro lavoro e le loro aspettative a una terra non più loro.

Murad Murad è la descrizione di un viaggio della sofferenza, dell’ umiliazione e della paura che ogni notte i palestinesi devono affrontare per raggiungere il territorio israeliano e un lavoro che nel loro paese non esiste più.

Murad Murad è l’avventura di un viaggio attraverso spari, agguati dei soldati israeliani, oltre recinzioni e confini perché la voglia di sopravvivere e vivere non conosce ostacoli.

Murad Murad è un viaggio iniziatico, un’esperienza di crescita, con prove da superare in cui la paura si mescola al pericolo e la consapevolezza di sé e del mondo cresce; improvvisamente il diritto al ritorno, l’ idea di una terra palestinese, la realtà del muro dell’ apartheid smettono di essere definizioni teoriche ma assumono un’ ineluttabile solidità.

La determinazione e il coraggio di Murad si contrappongono all’ inadeguatezza di Amiry, determinazione e coraggio proprie di coloro per i quali Israele non è una “realtà virtuale”, ma “una dura realtà”, anzi l’ unica realtà senza possibilità di scelta.

Lo stile scorrevole e avvincente alterna la descrizione di situazioni ad alta tensione, alle conversazioni dei braccianti palestinesi, compagni di viaggio e di avventura, a digressioni e spazi all’ immaginazione, quasi un rifugio sicuro per l’autrice nei momenti di maggiore paura e sconforto. Un mix realistico che potrà riconoscere chiunque sia stato in Palestina e lì abbia vissuto situazioni di tensione.

Murad Murad è un’ epopea, ma un’ epopea fin troppo reale, attraverso le pagine si legge come le diverse sfaccettature della violenza strutturale israeliana incidano sulla vita degli ultimi.

L’abitudine di Suad Amiry di non scrivere mai di cose non perfettamente conosciute in prima persona in questo caso si è rivelata particolarmente efficace nel denunciare una situazione di violazione dei diritti umani, pur dall’ occhio di una donna e intellettuale. Per tutto il testo aleggia la consapevolezza e il senso di colpevolezza di non poter vivere appieno l’esperienza come i suoi compagni di viaggio, un occhio privilegiato ma comunque esterno.

http://www.feltrinellieditore.it/SchedaLibro?id_volume=5001291

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