Creati dagli animali – Armando Massarenti

Si sta festeggiando in tutto il mondo il bicentenario della nascita di Charles Darwin, nato il 12 febbraio 1809, ed è giunto il momento di provare a rispondere alla domanda che avevo lanciato nelle due filosofie minime scorse: la lezione darwiniana impone di modificare la visione tradizionale della morale? Oppure aveva ragione Stephen Jay Gould con la tesi dei due Magisteri non contrapposti, quello scientifico e quello morale, entrambi rispettosi unoo dell’altro? Tra i filosofi che l’hanno contestata spicca James Rachels (1941-2003), autore di due libri importanti: Creati dagli animali. Le implicazioni morali del darwinismo e Quando finisce la vita. La sostenibilità morale dell’eutanasia. Le idee del primo saggio sono legate a quelle del secondo, ma qui fermiamoci al primo. La principale conseguenza morale dell’evoluzionismo la si può trarre dalla citazione da cui deriva il titolo del volume: «L’uomo, nella sua arroganza, – scriveva Darwin –, si considera una grande opera, degna dell’intervento della divinità. Più umilee, io credo, più verosimile, è ritenerlo creato dagli animali». Questo significa, tra le altre cose, che anche gli animali non umani sono degni di essere rispettati moralmente. «Il fatto di abbandonare l’idea che la vita umana abbia un’mportanza speciale» rispetto al resto del regno animale però «non ci lascia moralmente alla deriva: prospetta soltanto la necessità di un diverso ancoraggio». E tale ancoraggio deve partire da una maggiore considerazione per le sofferenze non solo del genere umano, ma di ogni essere senziente che abbia una vita da vivere. Forse solo su un punto nn sono del tutto d’accordo con Rachels: nel ritenere tale ancoraggio come intrinsecamente antireligioso, visto che non mancano teologi e rappresentanti della Chiesa che hanno scritto cose toccanti e mirabili sulla necessità di non far soffrire i nostri amici non umani. Basti ricordare Piero Martinetti o David Maria Turoldo. Anche loro sarebbero stati probabilmente d’accordo nel ritenere che «la teoria darwiniana sia incompatibile con la moralità tradizionale», così decisamente antropocentrica, «e fornisca dunque una ragione per respingere tale moralità e sostituirla con qualcosa di meglio».

Fonte: Il sole 24 ore, domenica 15 febbraio 2009