I risultati realmente conseguiti dalla “guerra” a Gaza – B. Michael

Vostro Onore, Giudice delle Indagini,

Sono di nuovo di fronte a Voi. E di nuovo non intendo negare la mia colpa né svicolare dalla mia responsabilità. Sono colpevole e responsabile. La questione è solo fino a che punto.

Mi sono fatto la stessa domanda, vostro onore, ma mancando di elementi essenziali d’informazione non ne sapevo la risposta. Solo adesso, chiarendosi altri fatti e dati, posso tentare di valutare la mia parte.

Primo, vostro onore, desidero assodare che il risultato principale – si potrebbe anche dirne il solo – di questa campagna sono le sue vittime, sono certo che sia il procuratore sia la corte concorderanno. Dopo tutto, il resto dei suoi “obiettivi”, pretese, dichiarazioni e promesse sono già state smascherate come vacue illusioni. I missili sono tuttora là, i tunnel sono di nuovo al lavoro,  Hamas resta invitto, i suoi arsenali (se poi ne aveva) non svelati, perfino le zone selvaggiamente devastate verranno ricostruite.

Solo i morti resteranno morti, per sempre. Nulla li risusciterà mai. E sono disperatamente, angosciosamente numerosi:
1,315 di là, 13 qui. Ciò detto, e mi scuso con la corte per la mia agitazione, non si può non rendersi conto che questo è stato l’unico prodotto di tutto quel Piombo Fuso, 1,320 esseri umani morti (ho incluso nel conto cinque israeliani a quanto  pare uccisi con il denaro delle mie tasse).

E ora, onorevoli membri di questa corte, passiamo alle cifre: stime ponderate danno il prezzo di questa campagna a circa 5 miliardi di shekel. Un breve conto dà circa 3.7 milioni di shekel a vittima. E poiché il numero di contribuenti israeliani ammonta a 1.1 milioni scarsi, possiamo dedurne che ognuno abbia contribuito alla mattanza per circa 3  shekel a vittima.

Colgo una certa aria di sorpresa, signori, per un prezzo così basso. Vorrei allora rammentare loro che stiamo sempre trattando di prezzi a sconti speciali.

Ma tornando alla materia: per un momento ho creduto che la mia parte nelle finanze per la campagna fosse di ben 3,960 shekel, agorot più agorot meno. Ma a quel punto i miei conti si sono fatti nebbiosi. Intanto, ho capito che è altamente probabile che molte fra le donne che ho ucciso (104 per ora) erano incinte. Come lo integro nei miei calcoli? Poi, non è del tutto chiaro se dovrei creare una scala di costi progressivi del massacro. È ragionevole pensare che l’uccisione di un bambino (quasi 400 finora) costi meno che quella di un adulto fatto. In terzo luogo, ci sono anche migliaia di feriti. Come li devo considerare? Si potrebbe anche argomentare che mi spetti un rimborso per tutti quelli. Dopo tutto, francamente, è un lavoro fatto a metà. Si potrebbe certamente esigere che l’esercito se ne torni a finire il lavoro. Fosse un idraulico a riparare solo mezzo rubinetto, sarebbe naturalmente tenuto a rimborsare il suo cliente. Perché si dovrebbe trattare diversamente l’esercito?

In breve, vostro onore, questo è un affare complicato. E poiché sono ben conscio della lunga fila di imputati e del gran carico di casi innanzi alla corte e permettendomi di rammentare alla corte che anche questa volta non nego la mia colpa, sottolineando il fatto che per la mia età e i miei valori non ho preso parte all’effettiva commissione di queste azioni ma solo al loro finanziamento, posso dichiarare quanto segue a questa corte:

In ogni caso – sia come sia – stiamo parlando di una bazzecola qui. La morte, dopo tutto, è diventata molto economica nella mia regione. Pertanto chiedo a vostro onore di mostrare considerazione e condannarmi solo a un servizio pubblico e non alla carcerazione.

E, per risparmiare, al solito, spese giudiziali extra, esprimo la mia piena disposizione a svolgere questo pubblico servizio qui, all’Aja.
Grazie

Allora che cos’abbiamo ottenuto?

• Un esercito che ha imparato la lezione? Non necessariamente. Resta da vedere. Questo esercito ha preso parte a due guerre: in Libano gli hanno sparato addosso e ne è uscito appena in tempo; a Gaza non gli hanno praticamente sparato addosso e ha immediatamente ‘vinto’. L’unica conclusione ponderata da trarsi allora dagli avvenimenti di Gaza finora, è che è molto più facile vincere senza un nemico,
• I palestinesi hanno imparato la lezione? No. Morte e devastazione non educano le nazioni. E’ così che va. Oltre 1,000 israeliani furono uccisi nella Seconda Intifadah. Il che non ci ha esattamente trasformati in cercatori di pace. Né ci ha resi moderati, razionali o un po’ più saggi.
• La nostra deterrenza è stata rivalutata? No. Nemmeno quello. Fra altre ragioni – perché non è mai esistita. Israele sta acciaccando i palestinesi da decenni e loro – torpidi come sono – continuano a non farsi scoraggiare. Ed è così che sarà pure stavolta.
• Abbiamo provato al mondo che Hamas si nasconde dietro ai civili? Spiacenti, neanche questo. Possiamo vendere questo pretesto solo a noi stessi. Gaza è un’effettiva massa di civili, e i movimenti clandestini non sono eserciti regolari: vivono in mezzo alla loro gente. Forse che Menachem Begin (sotto le mentite spoglie di Sassover d’Israele) non si nascondeva in un edificio residenziale nel nord di Tel Aviv? Erano i kibbutzim e altre comunità o no farciti a più non posso dei loro leggendari arsenali nascosti? I membri di Hagannah e Palmach non si nascondevano fra donne e bambini? Le strade di frontiera non erano minate contro un esercito arabo invasore? Ma come oso paragonare… Quello eravamo noi, dopo tutto. Questi non sono altri che loro.
• E’ stata ribadita la moralità del nostro esercito? Ohi ohi. Un esercito morale non uccide i civili vantandosi poi di essere morale. Un esercito morale è quello che si prende il disturbo di non uccidere civili seppure a proprio rischio. Quando li crudele occupante britannico prese di mira il comandante della Banda Lehi/Stern, gli sparò a distanza ravvicinata nel suo nascondiglio in un quartiere di Tel Aviv. Il morale occupante israeliano avrebbe probabilmente sganciato una bomba da una tonnellata sull’intero quartiere, spiegando che non voleva esporre i propri soldati.
• I media hanno imparato la lezione? Decisamente sì. Il cane da guardia della democrazia è stato del tutto ammansito, è diventato un cucciolo voglioso di una mano carezzevole, quanto mai felice di rendere i suoi servizi solo al regime. Ecco là, finalmente: qualcosa di guadagnato da tutto quel Piombo Fuso, dopo tutto.

Riassunto su Piombo Fuso
Segnalato da [email protected]  25.01.09
B. Michael – Yedioth Ahronoth 23.01.09 (traduzione dall’ebraico: Tal Haran)
Traduzione dall’inglese di Miky Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
Titolo originale: Cast Lead summary
http://www.kibush.co.il/show_file.asp?num=31573