Libere dalla violenza

Foto di Enzo GarganoIl 25 novembre è la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” secondo quanto deciso dall’ONU.

La violenza contro le donne ha molte facce: uccisioni e stupri sono gli aspetti più drammatici delle violenze dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade. E’ sofferenza e umiliazione. E’ la prima causa di morte tra le donne nel mondo. Certamente è l’azione di singoli uomini, le cui individuali responsabilità vanno accertate, perseguite e condannate. Ma è soprattutto lo specchio di una società civile che, negando la dignità di un soggetto, sminuisce e nega la propria stessa umanità.
Nessuno può dire: non mi riguarda.
Non basta la consapevolezza femminile a fermare le mani maschili che violano la mente e il corpo delle donne fino ad ucciderle. E’ indispensabile che assieme alle donne anche gli uomini, singolarmente e collettivamente, si assumano la responsabilità del cambiamento, con contributi di riflessione e azione. Le istituzioni, la magistratura, i servizi, le strutture educative, le forze dell’ordine, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, i mass-media, tutti si devono sentire coinvolti in un’unica forza di cambiamento. Le grandi conquiste di civiltà partono sempre dal piccolo passo di ognuno di noi.
Conosciamo la difficoltà che esiste a sfatare gli stereotipi di chi pensa che la maggior parte delle violenze provenga dagli immigrati, in un paese che invece registra tra gli uomini italiani (spesso mariti o famigliari) gli autori della maggioranza delle abusi sulle donne. La prima causa di morte delle donne fra i 16 e i 44 anni è infatti la violenza subita in famiglia, tra le mura di casa.
Riconosciamo, tuttavia, le profonde differenze portate da culture tradizionali e tradizionaliste, che negano la donna come soggetto. Senza il riconoscimento della libertà e della dignità della donna non è possibile la convivenza.
Noi donne camminiamo a testa alta.
Prendiamoci questa giornata. Andiamo nelle piazze, riempiamole e facciamola diventare una giornata di mobilitazione dell’intera società di donne e di uomini, per chiedere con forza al Parlamento uno specifico piano d’azione che permetta una completa realizzazione dei diritti delle donne e delle loro scelte di vita.
Alle Amministrazioni locali chiediamo iniziative per : poiché le radici che la generano sono profonde; urgono politiche efficaci per continuità e durata, tali da coinvolgere l’intera città, donne e uomini, inclusi gli immigrati e le loro aggregazioni.

DIRE “BASTA” NON È SUFFICIENTE, MA È IMPORTANTE.
Perché l’urlo delle donne non si spenga tra le mura domestiche:

Vocididonne  BIELLA – Gruppo Donne MAFALDA – UDI
Rita De Lima
Rossana Santarelli
Gloria Missaggia
Carolina Nara Velludo
Maria Grazia Testa
Daniela Masserano
Anna Coda Zabetta
Flaviana Desogus
Antonella Terren
Marida Augusto
Manuela Verzella
Patrizia Gauna
Nadia Tarantini
Lorenza Monari
Marinella Lentini
Bruna Arnaudo
Silvia Del Zoppo
Cristina Vazzoler
Silvana Salza
Teresa Buono
Carmen Raimondo
Cinzia Jacobelli
Ida Saviano
Maria Grazia Gecchelin
Giziana Roda
Ilaria Sala