Tetrapak: il danno o la beffa? – P. C. Cavallari

Il 30 ottobre 2008 si è celebrata “la festa” del Tetrapak in quanto, concluso in accordo con Lecce Pen, si è dimostrata la completa riciclabilità del prodotto.
La cellulosa (75% del prodotto) viene recuperata con un processo “Hidropulper” ovvero con l’immissione dei cartoni in acqua. Il restante 25% composto da alluminio e polietilene viene mescolato e per estrusione si produce un nuovo composto: l’ECOALLENE con il quale si producono le penne di Lecce Pen.
Da quasi tutti gli interventi, compresi Provincia di Torino, Regione Piemonte e Comune di Settimo (Lecce Pen è situata a Settimo), sono scaturiti condivisioni ed osanna, ricordando che il riciclo è la vera fase decisiva, ancor più della raccolta differenziata.
Si è manifestata una proposta di fare una raccolta separata del tetrapak in luogo del conferimento nel cassonetto della carta.

Una questione di misura!
Certamente ci si deve preoccupare di riciclare correttamente e completamente gli enormi quantitativi di tetrapak immessi nel mercato, la realtà di oggi, ma forse in prospettiva la formula tetrapak dovrebbe essere abolita!!!
Ci rendiamo conto che la forza della “Multinazionale Tetrapak” (il logo si identifica con il prodotto) si porta dietro anche gli assetti istituzionali locali: gli interessi in gioco sono immensi, ma in prospettiva pensiamo che questa non sia, non debba, non possa essere: “la soluzione”.
In base al principio “il miglior rifiuto è quello non prodotto” dovrebbe risultare evidente a tutti che l’opzione riuso viene prima del riciclo. Ebbene, cosa costerebbe utilizzare in luogo di prodotti che vengono generati e riciclati in continuazione, inserire i liquidi in recipienti da utilizzare 100 volte?
Alludiamo al semplicissimo concetto del vuoto a rendere, contenitori in vetro o in policarbonato (ricordiamo una bottiglia presentata da Grillo e progettata dal Wupperthal Institute), che si poteva riutilizzare infinite volte.
Con il tetrapak ogni volta si devono tagliare alberi, produrre cellulosa, trasformarla in cartoni/contenitori, raccoglierla separatamente, trattare il rifiuto come sopra specificato e riutilizzare finalmente per una volta sola (?) la cellulosa e l’Ecoallene. Ovviamente tutti questi passaggi impongono consumi energetici e di acqua immensi.
Con il vuoto a rendere esiste solo il lavaggio dei contenitori per il riuso.

Allora, questa celebrazione del tetrapak ci appare una pesante forzatura, se non si mette in discussione la strategia della e nella gestione rifiuti.
Considerati gli enormi interessi in gioco sarà questa come altre una battaglia, una missione impossibile, ma proprio per questo vale la pena condurla.

P. C. Cavallari
Portavoce del CRA – R (Coordinamento Regionale Ambientalista – Rifiuti)

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