La mia vita per la pace. Lettere dalle prigioni naziste scritte con le mani legate

Enrico Peyretti

Max Josef Metzger, La mia vita per la pace. Lettere dalle prigioni naziste scritte con le mani legate, Edizioni San Paolo 2008.

Colpevole di proporre la pace

La conoscenza in Italia della non piccola resistenza nonviolenta al nazismo da parte di cittadini tedeschi si arricchisce con la pubblicazione di queste lettere e documenti. Metzger (1887-1944), prete, fu condannato e decapitato (come i giovani della Rosa Bianca) per pacifismo, anti-nazismo, collaborazione col nemico, perché, per amor di patria, tentò di far arrivare a Hitler il consiglio di dimettersi al fine di cercare una pace d’intesa ed evitare al popolo tedesco i disastri della sconfitta certa, e perché fece conoscere all’estero questi propositi. Analogo fu il motivo della condanna di Bonhoeffer.

Metzger fu pioniere audace dell’ecumenismo, nonostante i divieti cattolici, formulò programmi politici di pace (già nel 1917, forse influendo sul famoso appello di Benedetto XV), era rigoroso vegetariano, e scrisse nel 1939 a Pio XII chiedendo un «concilio di riforma» (come Bonhoeffer nel 1934) insieme ai protestanti, per l’unità delle chiese, che vedeva necessaria all’unica Chiesa cristiana, insieme all’umiltà che non autogiustifica i propri difetti, per potere testimoniare la pace al mondo.

Dal carcere, con le mani sempre incatenate (come l’obiettore-contadino austriaco Franz Jägerstätter), con grande coraggio e serenità, scrisse lettere e riflessioni, sulla pace, sulla Chiesa visibile e invisibile («L’essenziale non è la sua visibilità (…) ma piuttosto l’appartenenza (invisibile) per mezzo della fede e della carità»; «La Chiesa invisibile è più decisiva per la salvezza che quella visibile»), sulla morte e sulla vita eterna che già ora abbiamo con la fede. Le lettere di commiato, scritte il giorno della morte, furono sequestrate per non farlo apparire martire, e riscoperte negli archivi ventisei anni dopo. Offriva la sua vita per la pace del mondo e l’unità della Chiesa. È aperto il processo canonico per dichiarane la beatitudine (già dichiarata per Jägerstätter).

Mentre in tedesco sono usciti finora circa cinquanta libri, in italiano questo (a parte la lettera a Pio XII pubblicata in riviste specializzate) è il primo libro di Metzger, mai nominato nelle opere tradotte (Schirer, Williamson, Hoffmann, Semelin) su nazismo e resistenza.