Il Premio Galileo a Blaise Compaoré suscita perplessità

Dal sito http://www.thomassankara.net/

Il Premio Galileo a Blaise Compaoré è una vergogna intollerabile. Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l’implicazione di Compaoré nell’assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell’Africa libera.
Il 25 Giugno 2008 il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré riceverà a Firenze nell’Istituto d’Arte di Porta Romana il Premio Galileo 2000 per la mediazione nei conflitti etnici e sociali. Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l’implicazione di Compaoré nell’assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell’Africa libera. Se ciò non bastasse, Compaoré è riconosciuto da un rapporto dell’ONU del 2004 come organizzatore di traffici con l’UNITA che alimentavano la guerra civile in Angola, così come ha poi fatto con Charles Taylor nella lucrativa e creata ad arte guerra civile in Liberia e in Sierra Leone e nel recente conflitto in Costa d’Avorio. Blaise Compaoré ha ucciso uno dei sogni e una delle poche speranze dell’Africa libera, rimettendo il suo Paese al servizio della grande finanza predatrice mondiale e di una ristretta élite sanguisuga, costringendo nuovamente i suoi cittadini alla fame, all’emigrazione, alla schiavitù, così come Mobutu ha fatto in Congo con l’assassinio di Patrice Lumumba. Per queste ragioni deploriamo la scelta miope della giuria del Premio Galileo: il presidente della fondazione omonima Alfonso De Virgiliis, l’attrice Irene Papas, l’ex ministro francese della cultura Jack Lang, il direttore del Teatro della Pergola Marco Giorgetti e la principessa Irina Guicciardini Strozzi; deploriamo la scelta del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Ente Teatrale Italiano, entrambi finanziati con soldi pubblici (Stato Italiano, Regione Toscana, Comune di Firenze, Provincia di Firenze), di collaborare a tale manifestazione; deploriamo la scelta della preside dell’Istituto Statale d’Arte Maria Anna Franceschini di mettere a disposizione i locali pubblici del suo Istituto per premiare tale ambigua figura che si arricchisce alle spalle di bambini a cui è negata l’istruzione e spesso venduti per schiavi; speriamo che gli organizzatori trovino il tempo di riconsiderare l’attribuzione di questo premio, ritirandolo formalmente invece di nascondersi dietro ad una mancata attribuzione de facto ipotizzando una presunta probabile assenza di Compaoré alla cerimonia di premiazione. Chiediamo infine al Presidente Giorgio Napolitano se, alla luce di questi fatti e se la consegna del premio avverrà come previsto, non debba essere riconsiderato il riconoscimento al Premio Galileo dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Chiamiamo alla mobilitazione per il 25 Giugno a Firenze davanti all’Istituto d’Arte di Porta Romana tutte le forze democratiche che considerano la premiazione di Blaise Compaoré una vergogna intollerabile. Comitato Thomas Sankara Firenze http://www.thomassankara.net/article.php3?id_article=0598 Chi era Thomas Sankara Thomas Sankara è stato presidente militare del Burkina Faso (prima di lui chiamato colonialmente Alto Volta) dall’agosto 1983 all’ottobre 1987, quando è stato ucciso da un colpo di stato che ha portato al potere l’attuale presidente Blaise Compaoré. Il suo Paese era allora in uno stato a dir poco pietoso. Nelle statistiche della Banca Mondiale si trovava alla 124esima posizione su 170 paesi, in rapporto al prodotto interno lordo (PIL), e in 161esima se si prendeva in considerazione il reddito pro capite. Le terre arabili erano per lo più aride, poco fertili e difficili da coltivare. Oltretutto solo il 25% delle terre coltivabili veniva sfruttato. Il bilancio del commercio estero era costantemente in deficit. I suoi funzionari statali – retaggio coloniale della Francia – erano 38.000 su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti e costituivano una spesa enorme per il paese. Sankara optò per una serie di riforme radicali, per quanto rischiose. La sua politica rivoluzionaria si ispirò agli esempi di Cuba e del Ghana. Come Presidente, promosse la “Rivoluzione Democratica e Popolare”. L’ideologia della rivoluzione venne da lui definita anti-imperialista nel suo Discorso di Orientamento Politico tenuto il 2 ottobre 1983. Si occupò di lottare contro la corruzione, promosse la riforestazione, l’accesso all’acqua potabile per tutti, e fece dell’educazione e della salute le priorità del suo governo. Soppresse molti dei privilegi detenuti dai notabili, sia i capi tribali che i politici (ad es. l’imposta di captazione), e attraverso dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee. Ad esempio: – il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l’infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione, l’istruzione alle donne, un nuovo codice della famiglia con l’uguaglianza dei discendenti uomini e donne e il diritto di successione alle vedove; fu il primo governo africano a dichiarare che l’AIDS era la piú grande minaccia per l’Africa; – Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche; – vendette la maggior parte delle Mercedes in forza al governo e proclamò l’economica Renault 5 l’automobile ufficiale dei ministri; – nazionalizzò le terre arabili e le ridistruibuì secondo le necessità delle famiglie e costituì un catasto; – decentralizzò i funzionari nella varie province del paese e per contenere i rischi di antagonismi etnici, diede il via a grandi lavori su scala nazionale, tra cui la ferrovia Ouagadougou-Tambao, che possedeva una forte carica simbolica per l’unità del paese. Il risultato di queste riforme fu spettacolare. In quattro anni la produzione agricola era aumentata in modo considerevole, mentre la diminuzione delle spese dello stato aveva liberato i capitali, reinvestiti poi con priorità assoluta nella costruzione di strade, di dighe per l’irrigazione, nella formazione agricola e nell’artigianato locale. In quei pochi anni l’autosufficienza alimentare divenne una realtà (fu raggiunto l’obiettivo di dieci litri di acqua potabile e due pasti al giorno per ogni burkinabé) ed il Burkina Faso si trasformò in una società più democratica e più giusta. Ma Thomas Sankara ha scelto anche di affrancarsi dalle imposizioni coloniali, ha rifiutato i prestiti della Banca Mondiale che “servono solo a finanziare progetti che il Paese non ha scelto”, ha lanciato l’idea di rifiutare di pagare il debito contratto con i neo-coloni, giudicato ampiamente pagato da secoli di sfruttamento, ha rifiutato di privatizzare i beni comuni. Thomas Sankara ha provato a ridare il proprio futuro in mano ai burkinabé e il suo esempio veniva guardato con entusiasmo dai giovani degli altri Paesi, per questo ha dato fastidio ed è stato ammazzato. Chi è Blaise Compaoré Vecchio amico fraterno di Thomas Sankara, è complice degli assassini materiali dell’ex-presidente, che ha definito suoi compagni ed ha coperto lasciandoli tranquilli fino ad oggi. E’ il primo beneficiario politico della morte di Thomas Sankara, ma fatto ben più grave, ha guidato il Burkina Faso in modo reazionario secondo la sua politica di “rettificazione”, riportando il Paese nell’alveo dei piatti seguaci delle politiche di liberismo spinto e di distruzione sociale imposte dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dai colonizzatori economici dell’Africa, in primis le reti occulte franco-africane. Si può ipotizzare ad esempio che la politica sankarista di gestione dell’agricoltura mirante a una minima autosufficienza alimentare affrancandosi dalle produzioni destinate all’esportazione imposte dai neo-coloni avrebbe protetto una parte di africani dalle devastazioni prodotte oggi dall’aumento speculativo dei prezzi internazionali dei cereali. Per quanto riguarda la politica estera, contrariamente alla politica sankarista di ricerca di alleanze regionali contro i poteri economici forti internazionali, Blaise Compaoré è riconosciuto da un rapporto dell’ONU del 2004 come organizzatore di traffici con l’UNITA che alimentavano la guerra civile in Angola, così come ha poi fatto con Charles Taylor nella lucrativa e creata ad arte guerra civile in Liberia e nel conflitto in Costa d’Avorio. Blaise Compaoré ha ucciso uno dei sogni e delle speranze dell’Africa libera, rimettendo il suo Paese al servizio della grande finanza predatrice mondiale e di una ristretta élite sanguisuga, così come Mobutu ha fatto in Congo con Patrice Lumumba. Cosa sta succedendo intorno a Blaise Compaoré Per quanto peregrina possa sembrare questa ipotesi, ci sono segni non trascurabili della nascita di una campagna internazionale per proporre Blaise Compaoré al premio Nobel per la pace. Un grave precedente è avvenuto il 15 maggio 2008 a Parigi, dove è stato elevato al rango di cavaliere dell’Ordine nazionale della Legion d’Onore (la più alta onoreficenza francese), il colonnello maggiore burkinabé Gilbert Diendjéré, capo di Stato Maggiore del reggimento della sicurezza presidenziale del presidente Blaise Compaoré, l’ufficiale che condusse il gruppo di fuoco che ha assassinato il presidente Thomas Sankara il pomeriggio del 15 ottobre 1987. Nel 2006 è nata in Francia l’Associazione francese di amicizia franco-burkinabé (AFBF), presieduta da Guy Penne, massone alla testa delle reti occulte di sfruttamento franco-africano sotto Mitterrand, l’omologo di Jacques Foccart per il Generale De Gaulle. Con lui ci sono nell’associazione diversi ex-ministri della cooperazione francese: l’ex dei servizi segreti e numero due del gruppo Bolloré (con enormi interessi in Africa) Michel Roussin, Jacques Godfrain (vicino a Foccart), Pierre-André Wiltzer e Charles Josselin. In una riunione nel marzo 2007 tenuta al Circolo Repubblicano di Parigi, un membro dell’AFBF chiede alla classe politica francese di sostenere la loro proposta di attribuire il premio Nobel per la pace a Blaise Compaoré: “Dopo aver discusso dello stato della democrazia parlamentare, i membri e i simpatizzanti dell’Associazione Francia-Burkina si sono interessati all’implicazione del Burkina Faso nella risoluzione delle crisi regionali. L’ex-Primo Ministro del Togo Edem Kodjo si è così sentito nell’”ardente obbligo” di rendere omaggio al presidente Compaoré per la sua mediazione nella crisi togolese. Un altro membro dell’AFBF si è congratulato col presidente del Burkina per la sua implicazione nella soluzione della crisi ivoriana prima di chiedergli di occuparsi del dossier Darfour! Un terzo ha chiesto espressamente alla classe politica francese di portare tutto il suo sostegno al presidente Compaoré ed ha lanciato un appello perché gli sia attribuito il premio Nobel per la pace.” (http://www.sidwaya.bf/sidwaya_04-04-07/politique_4.htm) Dopo gli ultimi avvenimenti nell’ONU, dove il Burkina Faso siede nel Consiglio di Sicurezza ed è scandalosamente membro del Comitato per i Diritti Umani, lo stesso che lo accusava di esazioni nel 2006, possiamo formulare l’ipotesi che la creazione dell’AFBF abbia dato il segnale per lanciare una vasta campagna in sostegno di Blaise Compaoré, con tutti i mezzi e le relazioni messi a disposizione dalla carriera diplomatica di molti membri dell’AFBF. Possiamo pensare che l’attribuzione a Blaise Compaoré il 25 giugno prossimo a Firenze del Premio Galileo 2000 per la mediazione nei conflitti etnici e sociali sia il risultato di questa macchina diplomatica.

Aderisci alla petizione http://www.peacelink.it/pace/a/26438.html