“Giocare” per capire, per dialogare, per agire…

Nell’ambito delle attività di ricerca del Centro Interuniversitario IRIS (Istituto di Ricerche Intedisciplinari sulla Sostenibilità), e di sperimentazione di percorsi formativi di educazione alla sostenibilità svolti in collaborazione tra l’Università di Torino e il Centro Studi Sereno Regis, è stato messo a punto un nuovo gioco di ruolo, che fa seguito ad alcuni altri già pubblicati su tematiche socio ? ambientali complesse e controverse. I giochi di ruolo da noi proposti consentono di affrontare problemi socio – ambientali complessi e controversi attraverso una simulazione nella quale sono coinvolti i partecipanti: a ciascuno viene affidata una ‘carta di ruolo’ in cui sono delineati alcuni aspetti di un personaggio – dal nome, età, professione fino alle sue opinioni e comportamenti a riguardo del caso in questione.
Ciascuno è invitato a entrare nei panni del personaggio, e a cercare di sostenerne le ragioni con la maggiore efficacia e competenza possibile. Le carte sono distribuite a caso, ed è possibile che alcuni giocatori si trovino a impersonare ruoli che non condividono: questa fase dell’attività richiede quindi di decentrarsi, e di vedere il problema con occhi diversi dai propri.

Una volta entrati nei ruoli, i personaggi si dividono in due gruppi, che rispetto alla questione in esame sostengono due posizioni opposte. All’interno di ciascun gruppo i personaggi si presentano, e delineano insieme una strategia, in vista di un successivo dibattito. In questa fase comincia a emergere la complessità della situazione, e l’importanza di confrontarsi con altri membri dello stesso schieramento coordinando e integrando le proprie competenze con quelle degli altri in vista di un fine comune.

Il gioco prevede quindi un dibattito in cui due gruppi (portatori di idee opposte tra loro) si confrontano (di fronte ad alcuni moderatori o a un gruppo di ‘decisori’): ogni gruppo espone e argomenta con enfasi le proprie ragioni allo scopo di risultare più convincente dell’altro e di far prevalere la propria posizione.
Dal punto di vista educativo questa fase è importante perché sollecita a esporre con chiarezza le proprie idee attraverso argomentazioni convincenti, e a contribuire alla presentazione collettiva nella prospettiva di ?vincere?

In una successiva fase si formano dei piccoli gruppi misti ai quali partecipano personaggi che provengono dai due schieramenti. Questa volta il loro compito – attraverso il dialogo e il reciproco ascolto ? è quello di mettere in luce, al di là dei sistemi di valori e degli interessi di cui sono portatori, anche i bisogni comuni, nella prospettiva di trasformare il conflitto (trascenderlo, secondo Galtung).
Questa fase del gioco è particolarmente delicata, perché la nostra società è poco abituata all’ascolto rispettoso, alla sospensione del giudizio, alla ricerca riflessiva dei motivi profondi che indirizzano le nostre scelte.

I giochi di ruolo che abbiamo finora pubblicato affrontano e mettono in luce l’intreccio tra aspetti sociali, ambientali, economici in situazioni ambientate per lo più in altre aree del mondo (dal Medio Oriente all’India, dagli USA all’Africa). Il gioco di ruolo sulla TAV/TAC in Valsusa ci porta a una situazione vicina, a tutti ben nota. Ma in tutti i casi emerge – attraverso la simulazione – che le dimensioni locali e globali si intrecciano, e che tutti noi, attraverso le nostre scelte e/o i nostri comportamenti, siamo parte in causa. E attraverso il gioco possiamo imparare sia a prendere coscienza della nostra posizione, sia a elaborare modalità nonviolente per interagire con gli altri.

  • Le esperienze fatte con i giochi precedenti, e una ricerca attualmente in corso realizzata attraverso interviste a persone coinvolte nel problema TAV/TAC , ci hanno permesso di mettere a fuoco alcuni aspetti cruciali, che peraltro caratterizzano tutte le grandi questioni socio-ambientali dei nostri tempi:
  • nessuna persona da sola è in grado di cogliere la complessità del problema in tutte le sue ramificazioni: alcuni se ne rendono conto, altri no;
  • molto frequente è il meccanismo di delega: per ciò che non si conosce si tende a dar credito ad altri: per certe persone gli ?altri? sono gli scienziati, per qualcuno sono i politici, per qualcuno sono le persone che vengono direttamente coinvolte;
  • mentre la delega si basa su un atteggiamento di fiducia, può capitare il caso opposto: si fa cioè una scelta in negativo, perché una singola componente di uno schieramento viene considerata inaffidabile;
  • spesso la presa di posizione, al di là delle argomentazioni espresse, dipende da una visione del mondo profondamente radicata e il più delle volte implicita (se non inconsapevole). Questo rende problematico affidarsi a sondaggi per compiere scelte su problemi di questo genere;
  • vi è scarsissima consapevolezza che esistano dei percorsi educativi in grado di sviluppare competenze per affrontare i conflitti in modo non distruttivo;
  • altrettanto bassa è la consapevolezza che ogni azione umana, individuale e collettiva, è interconnessa con l?intera biosfera, in una rete di interdipendenze in buona misura a noi sconosciute.

Il gioco di ruolo offre l?opportunità di sviluppare in parallelo sia una maggiore consapevolezza della complessità dei sistemi naturali, sia competenze per affrontare in modo non distruttivo i conflitti che emergono nella distribuzione, gestione e uso delle risorse, e cercare collettivamente dei percorsi creativi di trasformazione.


Per INFO:
Angela Dogliotti (maradoglio@ libero.it), Elena Camino ([email protected]), Carla Calcagno, Massimo Battaglia

Telefoni:
011.532824 (CSSR)
011.6704659 (Gruppo di Ricerca in Didattica delle Scienze Naturali – IRIS)

Siti:
www.iris.unito.it
www.cssr-pas.org