Riconversione dell’industria bellica

COMUNICATO STAMPA

Il Senato ha approvato oggi la risoluzione di maggioranza sul DPEF che impegna il Governo a introdurre norme in sostegno alla riconversione dell’industria bellica.

“Un’iniziativa forte e necessaria, una spinta alla costruzione di alternative possibili come hanno chiesto diversi rappresentanti sindacali e delle associazioni pacifiste, durante un incontro organizzato in Senato
nei giorni scorsi. Una politica di pace richiede una decisa e determinante
inversione di tendenza, nonché scelte politiche coraggiose, che riguardano
non solo la politica estera ma anche quella industriale e produttiva del
nostro paese” – ha affermato il sen. Del PRC S.E. Francesco Martone primo
firmatario di un Disegno di Legge sulla riconversione.

“A questo punto chiederemo una rapida calendarizzazione del Disegno di
Legge da mesi bloccato in commissione in Senato così da aprire un’ampia
discussione su politiche che consentano la progressiva demilitarizzazione
dell’apparato produttivo, orientandone la riorganizzazione verso quelle
tecnologie che possono trovare impiego in campo civile, salvaguardando sia
i posti di lavoro che il know-how accumulato” – ha detto la senatrice
Silvana Pisa (S.D.) prima firmataria e proponente dell’emendamento accolto
nella risoluzione sul DPEF.

Il disegno di legge di Martone-Pisa ed altri prevede la costituzione di
un’Agenzia nazionale incaricata della riformulazione delle politiche
industriali al fine di una riconversione ad usi civili, ed Agenzie
regionali per lo studio e l’attuazione dei progetti di riconversione
dell’industria bellica.

“Insomma la riconversione dell’industria bellica e la riduzione delle
spese militari sono tra gli impegni che la sinistra alternativa dovrà far
propri in vista della prossima Finanziaria, al fine di creare una sinergia
costruttiva con movimenti e realtà sindacali, al contempo rafforzando una
politica estera, industriale e commerciale di pace e prevenzione dei
conflitti, senza che ciò vada a discapito del diritto al lavoro” -concludono Martone e Pisa.