Dimostrazione per commemorare i 40 anni dell?occupazione

Dimostrazione per commemorare i 40 anni dell?occupazione
Nurit Peled-Elhanan, insignita del premio Sakharov del Parlamento Europeo per i diritti umani e la libertà di pensiero

Buona sera. E? un grande onore per me stare su questo palco accanto al mio amico e fratello Bassam Aramin, un uomo del campo di pace palestinese, uno dei fondatori del movimento dei Combattenti per la Pace di cui sono membri due miei figli, Alik e Guy. Solo la settimana scorsa, martedì ad Anata e giovedì a Tul Karem, il movimento dei Combattenti per la Pace è riuscito ad organizzare due raduni di massa e ha reclutato 10000 palestinesi per il suo obiettivo ? una comune lotta nonviolenta contro l?occupazione mediante una stretta collaborazione fra israeliani e palestinesi. Se non fosse per le leggi razziste dello stato di Israele tutte queste migliaia di persone potrebbero essere qui con noi questa sera dimostrando una volta per tutte che noi abbiamo un partner. Bassam e io siamo entrambi vittime della crudele occupazione che ha corrotto questo paese per 40 anni. Noi due siamo venuti questa sera per lamentare il destino di questo posto che ha seppellito le nostre due figlie, Smadar ? la gemma dell?albero da frutta ? e Abir ? il profumo del fiore -*, che sono state assassinate a distanza di 10 anni, 10 anni durante i quali questo paese è stato ricoperto dal sangue dei bambini e il regno sotterraneo dei bambini, che calpestiamo giorno dopo giorno e ora dopo ora. è cresciuto fino a traboccare.

Ma ciò che unisce Bassam e me non è proprio la morte cui l?occupazione ci ha condannato. Ciò che ci unisce è principalmente la fiducia e la volontà di far crescere i figli che ci sono stati lasciati in modo che essi non permettano mai più a politici e generali avidi e affamati di potere corrotti per la sete di sangue e conquista di dominare sulle loro vite e di metterli contro tutti gli altri. Essi non permetteranno più al razzismo diffuso su questo paese di allontanarli dal percorso di pace e fratellanza che si sono preparati. Perché solo quella fratellanza può far cadere il muro di razzismo che viene costruito davanti ai nostri occhi.

Per gli ultimi 40 anni razzismo e megalomania hanno condizionato le nostre vite. 40 anni durante i quali più di 4 milioni di persone non hanno conosciuto il significato di libertà di movimento. 40 anni in cui i bambini palestinesi sono nati e cresciuti come prigionieri nelle loro case che l?occupazione ha fatto diventare prigioni, privati di tutti i basilari diritti cui hanno diritto gli esseri umani perché sono umani. 40 anni durante i quali i bambini di Israele sono stati educati ad un tipo di razzismo che per decenni non è stato conosciuto nel mondo civilizzato. 40 anni durante i quali essi hanno imparato ad odiare i vicini proprio perché sono vicini, ad aver paura di loro senza conoscerli, a vedere un quarto dei cittadini dello stato come pericolo demografico e nemico interno, e a considerare i residenti dei ghetti creati dalla politica di occupazione come un problema che deve essere risolto. Solo 60 anni fa gli ebrei erano residenti dei ghetti ed erano agli occhi dei loro oppressori un problema che bisognava fosse risolto. Solo 60 anni fa gli ebrei erano rinchiusi dentro brutti muri di cemento elettrificati con torri di controllo fornite di figure erette armate, e privati della capacità di guadagnarsi la vita o di crescere i loro figli con dignità. Solo 60 anni fa il razzismo esigeva il suo prezzo dal popolo ebraico. Oggi il razzismo domina nello stato ebraico, calpesta sotto i piedi la dignità di un popolo e lo priva della libertà, condanna tutti noi a una vita d?inferno. Per gli ultimi 40 anni la testa ebraica incessantemente si è inchinata in venerazione del razzismo mentre la mente ebraica escogita le vie più creative per devastare e demolire e distruggere questo paese. Ciò è quel che rimane del genio ebraico che ha creato Israele. La compassione ebraica, la pietà ebraica, il cosmopolitismo ebraico, l?amore dell?umanità e il rispetto per gli altri sono stati troppo a lungo dimenticati. Il loro posto è stato rivendicato dal razzismo. Fu solo il razzismo a motivare il soldato della guardia di frontiera a premere il grilletto da dentro il suo veicolo blindato e a colpire la testa della piccola Abir mentre si rannicchiava sul muro della sua scuola per paura del veicolo militare che caracollava giù nel cortile della scuola come se quello fosse il suo proprio posto. E? solo il razzismo a motivare i conducenti dei bulldozer a demolire le case sopra i loro occupanti, a distruggere vigneti e campi, a sradicare ulivi centenari. Solo il razzismo può inventare strade sulle quali la circolazione è classificata in base alla razza, ed è solo il razzismo a motivare i nostri figli a umiliare donne che potrebbero essere loro madri e a maltrattare vecchi ai maledetti check point, a colpire giovani della loro età che, come loro, desiderano andare in macchina con la loro famiglia a fare il bagno al mare, e a guardare con impassibilità donne che partoriscono sulla strada. E? solo razzismo puro a motivare i nostri migliori piloti a sganciare bombe da una tonnellata su edifici residenziali ed è solo il razzismo a permettere a questi criminali di dormire bene la notte.

Perché il razzismo elimina la vergogna. Questo razzismo ha eretto per sé un monumento a sua immagine ? il monumento di un brutto, rigido, minaccioso e invasivo muro di cemento. Un monumento che proclama al mondo intero la messa al bando della vergogna da questo paese. Questo muro è il nostro muro della vergogna, è la testimonianza del fatto che noi abbiamo smesso di essere una luce fra le nazioni per diventare ?un oggetto di disgrazia per le nazioni e una derisione per tutti i paesi?.**

E questa sera dobbiamo chiederci dove portiamo la nostra vergogna? Come elimineremo la disgrazia? Ma prima e soprattutto, com?è che la vergogna non ci impedisce di dormire la notte? Come facciamo a consentire che metà del nostro salario venga usato per eseguire crimini contro l?umanità? Com?è accaduto che siamo riusciti a limitare la vergogna a due colonne di giornale e a dedicare ad essa non più dei minuti che dedichiamo a una lettura superficiale degli articoli di Gideon Levy e Amira Hass, come si legge una cronaca di uno scenario che era conosciuto in anticipo?
Com?è accaduto che siamo riusciti a comprimere sofferenza quotidiana senza fine, fame, malnutrizione, traumi di bambini, invalidità, orfani e lutto dentro una parola alienante: ?politica??
Com?è che i nostri figli continuano a pavoneggiarsi e farsi belli nelle uniformi della brutalità che si mettono quando servono l?esercito delle stragi e della distruzione?
Com?è che le splendide istituzioni del mondo se ne stanno da parte e non possono fare nulla per salvare un bambino dalla morte o per rimuovere un blocco di cemento dal muro della vergogna? Com?è che tutte le organizzazioni per la pace e i diritti umani non sono capaci di fermare le jeep delle guardie di confine che vanno a terrorizzare scolari e a ucciderli, né sono capaci di fermare un bulldozer che va a demolire una casa sopra i suoi occupanti, di salvare un albero di olive dalla distruzione o una scolara che se ne andava per la sua strada di scuola e si è trovata nella mira delle pistole dei soldati dell?occupazione?

Una delle risposte a questi quesiti è che lo stato di Israele può ridurre al silenzio e paralizzare il mondo intero perché ci fu l?olocausto. Lo stato di Israele ha acquisito il permesso di abusare di un?intera nazione perché c?è l?antisemitismo. Lo stato di Israele porta il disastro esistenziale ? economico, sociale e umano ? ai suoi cittadini e a coloro che gli sono soggetti e nessuno osa fermarlo perché una volta ci fu Hitler. E tutto ciò mentre i sopravvissuti all?olocausto soffrono in questo paese l?ignominia della fame.

Questa sera dobbiamo fare appello al mondo perché ci aiuti a sbarazzarci della vergogna. Questa sera dobbiamo spiegare al mondo che, se vuole salvare il popolo di Israele e il popolo palestinese dall?imminente olocausto che minaccia tutti noi, è necessario che condanni la politica dell?occupazione: il dominio della morte deve essere fermato nel suo percorso. Tutti i criminali di guerra che mettono via la loro uniforme e si propongono di girare per il mondo devono essere arrestati, giudicati e imprigionati invece di avere il permesso di godere del piacere della libertà mentre ancora si trascinano accanto una tintinnante scatola di denaro piena di crimini di guerra.

Ed è venuto il tempo per noi di smettere di consegnare i nostri figli ad un?autorità per l?educazione che pianta in loro valori falsi e razzisti e insegna loro che il loro contributo alla società si riduce all?abuso e all?uccisione dei figli dell?altro popolo. E? venuto il tempo per noi di spiegare loro che la popolazione locale di questo posto non è divisa fra ebrei e non-ebrei, come è scritto nei loro libri di scuola, ma fra esseri umani che vogliono vivere in pace e tranquillità nonostante tutto, come Bassam Aramin e molti altri come lui, che se non fosse per le leggi razziali che impediscono loro il movimento sarebbero con noi oggi, e persone che hanno lasciato la loro umanità e godono nel distruggere e devastare. Ed è venuto il tempo per noi di dire ai nostri figli dove stanno vivendo.

Oggi, mentre tutto il mondo civilizzato si diverte a diffamare e denigrare il sistema scolastico palestinese, non c?è nessun libro scolastico in Israele che faccia il ritratto di un palestinese come di una normale persona moderna. Non c?è nessun libro scolastico in Israele che presenti una mappa che mostri i veri confini dello stato. Non c?è nessun libro scolastico in Israele in cui appaia la parola ?occupazione?. I nostri figli sono coscritti nell?esercito dell?occupazione senza conoscere il posto in cui vivono e senza conoscere la sua storia e il suo popolo. Essi raggiungono l?esercito imbevuti di odio e di paura. I nostri figli sono educati a vedere chi non è ebreo come il Goy, l?Altro, che generazione dopo generazione cerca di distruggerci. Questa educazione permette facilmente alle autorità militari di trasformare i giovani in mostri.

Perciò l?unica strada per impedire ai nostri figli di diventare strumenti nelle mani della macchina di distruzione è insegnare loro la storia di questo posto, di disegnare per loro i suoi confini, di aiutarli a conoscere i vicini, la loro cultura, i loro costumi, la loro cortesia e i loro diritti sulla terra dove vivono e sono vissuti per molte generazioni prima che arrivassero i pionieri sionisti alla Terra Promessa di Israele. E soprattutto di insegnare loro di non sottomettersi allo stato, di non rispettare la sua autorità, perché lo stato è dominato da ladri meschini e da vili opportunisti che non controllano i loro impulsi sessuali e altro perfino nei momenti più terribili e governano questo paese secondo le leggi della Mafia. Tu uccidi uno dei miei ? io ucciderò cento dei tuoi. Tu hai lanciato una bomba fatta in casa a me ? io sgancerò su di te un centinaio delle più elaborate e distruttive bombe al mondo che non lasceranno traccia di te o della tua famiglia o dei tuoi vicini. Tu bruci uno dei miei carri allora io brucerò una delle tue città. Questa è la logica del mondo criminale.

Questa sera noi dobbiamo pensare a quelli che sono condannati a morte nel prossimo anno, e a quelli che sono condannati a cadere nel crimine sotto la copertura della legge e dell?uniforme. Noi dobbiamo salvarli tutti. Noi dobbiamo insegnare a tutti loro a non obbedire a ordini che, se pure sono legali secondo le leggi razziste di questo stato, sono manifestamente, chiaramente inumane.

E soprattutto, questa sera noi dobbiamo fermarci tutti un momento e osservare la faccia della piccola Abir Aramin, la sua testa colpita da dietro, il cui assassino non affronterà mai alcun giudizio in questo paese e non sarà mai punito in alcun modo come merita, e chiedere a noi stessi,
?Perché quel filo di sangue squarcia il petalo della tua guancia?? ***

Note
I. Il significato letterale dei nomi ebraico e arabo delle ragazze
II. Ezechiele 22:4.
III. Anna Akhmatova

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