Raimon Panikkar: L’arte di vivere, 50’ Puntata 1 di Una serie a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 2000,

Raimon Panikkar (1918 – 2010), filosofoteologo e scrittore spagnolo, di cultura indiana e catalana, è stato una guida spirituale del XX secolo e innovatore del pensiero, teorizzatore e testimone del dialogo interculturale e dell’incontro tra le religioni.

Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindù e ritorno buddhista, senza cessare per questo di essere cristiano”. Insieme a lui Werner Weick ha realizzato alcune interviste in cui – attraverso il dialogo – riprende le esperienze e il pensiero di questo uomo straordinario. Sono  incontri registrati in India e Spagna che propongono il ritratto appassionante di un uomo che pratica l’arte più importante, forse l’unica che conta veramente: l’arte di vivere. 

Raimon Panikkar: Il sorriso del saggio, 50’ Puntata 2 di  Una serie a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 2000,

Raimon Panikkar: La nuova innocenza, 50’ Puntata 3 di Una serie a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 2000,

ARNE NAESS, PADRE DELL’ECOSOFIA, 56’ – Il filo d’oro, a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 1996.

Il film presenta la figura e il pensiero di Arne Naess, filosofo norvegese, alpinista, ambientalista, che è stato tra i maggiori fautori e sperimentatori dell’ecologia profonda – la deep ecology – che egli contrappone all’ecologia ‘superficiale’. Nel dialogo tra Weick e Naess emerge  la critica a un approccio oggettivante alla natura,  che dà per scontata la fiducia nel progresso tecnologico. Naess rivendica la necessità dimodificare la nostra percezione della realtà, distinguendo tra  i concetti che utilizziamo per organizzare la realtà, e la nostra reale esperienza spontanea del mondo.

ALAIN DANIELOU, LA VOCE DEGLI DEI, 54’ – Il filo d’oro, a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 1995.

Alain Danielou (1907-1994) è stato un grande esperto della storia dell’India, musicologo  e storico delle  religioni. Nel 1937 si stabilisce in India e  per 15 anni studia le religioni orientali, che poi si dedica con passione a divulgare al suo rientro in Europa. In questa intervista, che fu l’ultima, ricorda alcuni dei momenti centrali della sua vita: lo studio della danza e della musica nelle scuole tradizionali.

Daniélou era professore all’Università hindu di Benares e direttore del collegio di musica indiana.

JOHN SEYMOUR, RITORNARE ALLA TERRA, 41’ – Il filo d’oro, a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 1995,

John Seymour (1914 –2004) è stato un personaggio dai molti interessi  e professioni:  scrittore, agronomo, ambientalista, soprattutto attivista contro il consumismo e l’industrializzazione. In un suo libro diventato famoso, pubblicato nel 1976, Il Grande Libro dell’Autosufficienza, offre una serie di  suggerimenti per conquistare auto-sufficienza, autonomia, responsabilità personale, convivialità. negli anni ’70 ha creato una scuola di “autosufficienza” nella sua fattoria in Galles, che è stata un punto di riferimento per il grosso cambiamento culturale nel corso di quegli anni. Nella conversazione con Weick emerge la sua esortazione ad aver cura della Terra e del suolo.

VANDANA SHIVA, LA DEA FERITA, 50’ – Quarta di una serie di 6 puntate  su donna e natura nell’India di oggi, di Werner Weick e Marilia Albanese, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 1999.

La Dea madre figura poliedrica e affascinante è la rappresentazione più forte del divino che l’uomo si è dato nel corso dei millenni. In India, terra agricola di antichissima cultura, la Dea assume innumerevoli sembianze e in ogni epoca combatte e sconfigge i demoni che turbano l’ordine naturale.

Scienziata, attivista e filosofa indiana, Vandana Shiva è esponente di primo piano del movimento ecofemminista. In questo video sono evidenziati alcuni momenti della sua battaglia contro la distruzione dell’ambiente compiuta dai poteri  dominanti dell’élite economica e finanziaria e dalle multinazionali.

ETTY HILLESUM, CUORE PENSANTE DELLA BARACCA, 50’– Il filo d’oro. Filo d’ombra.  Una serie a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto, Lugano, Televisione Svizzera Italiana, 2004,

Il cammino psicologico, intellettuale e spirituale di una giovane donna  morta ad Auschwitz. Etty Hillesum ci offre una convergenza di pensiero, azione e sentimento. Più si fanno pesanti le condizioni esterne, più Etty si impegna a non smettere di amare la vita e a proclamare la necessità di non odiare il nemico.


Werner Weick, cronista dal 1963, poi redattore per la TSI, dal 1985 è produttore di grande autorevolezza e creatività realizzativa.  Ha girato oltre duecento documentari prevalentemente di carattere storico e culturale in Svizzera e in varie parti del mondo. Nel 1994 nasce  la serie ‘IL FILO D’ORO’:

Fin dai tempi più antichi, il filo d’oro è il simbolo di un sapere che nasce dall’esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali.

E’ un filo perché rappresenta la continuità di un’esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui. Questo filo è d’oro perché è immortale: resta sempre, anche nei periodi più caotici e oscuri; a volte più apparente, a volte più nascosto.

A questo ciclo seguono poi  da altre serie, come  ‘La dea ferita’ e ‘il filo d’ombra’, in cui Werner Weick (in alcuni film anche in collaborazione con altri) presenta al pubblico personaggi di particolare rilevanza intellettuale e sociale.


“Nashville We Were Warriors” (1959-60) NASHVILLE: ERAVAMO GUERRIERI

Nashville (USA,1959) è una citta totalmente segregazionista   al pari   di Johannesburg:   una  città   divisa   fra due   razze   dìstinte, con   vite parallele senza   alcun contatto fra la comunità bianca   e quella   nera,  né a   scuola, né sul   lavoro, né  in chiesa, né nei luoghi pubblici.  Qui  si trasferisce un prelato metodista, James Lawson, su suggerimento di  Martin  Luther King, e inizia una straordinaria scuola di formazione all’azione nonviolenta, tenendo seminari e organizzando assemblee di giovani. Il documentario illustra le tappe in cui – grazie a obiettivi e mezzi graduali – si fa strada una trasformazione positiva  delle relazioni tra le comunità.

“India Defying the Crown” (1930-31) INDIA: LA SFIDA ALLA CORONA

Nel 1930 il Congresso Nazionale Indiano, guidato da Mohandas Gandhi, lancia una campagna di disobbedienza civile contro il dominio coloniale inglese, che dura ormai da  più di cento anni.  La campagna inizia in marzo: Gandhi decide di  intraprendere una marcia dal suo ashram fino al mare – 240 km per infrangere  il monopolio  degli Inglesi sul sale.  Presto le forme di resistenza si moltiplicano:  gli Indiani boicottano i tessuti inglesi, non pagano le tasse, rifiutano il ser vizio civile, mettendo in crisi la macchina amministrativa. La campagna continua fino al marzo  1931, quando il Viceré Lord Irwin invita Gandhi  a dialogare. La disobbedienza civile si ferma, l’autonomia non è ancora raggiunta, ma milioni di persone hanno preso coscienza del loro potere.

“South Africa Freedom in Our Lifetime” (1984-85) SUD AFRICA: LIBERTÀ DURANTE LA NOSTRA VITA

Dal 1984 un’ondata di manifestazioni di protesta dilaga nei quartieri neri dal Sud Africa. E’ una ribellione contro l’ apartheid, il sistema che discrimina le persone in base al colore della pelle, e obbliga i ‘non-bianchi’ a vivere in quartieri poveri e sovraffollati, senza diritti politici né opportunità economiche.

Nei disordini muoiono migliaia di persone di colore. Nelle periferie povere intorno alle grandi città, come Port Elizabeth, giovani attivisti neri, tra cui Mkhuseli Jack, decidono che la rivoluzione armata non porterà a soluzioni, e intraprendono una disciplinata azione nonviolenta: nel 1985 boicottano  i negozi dei bianchi e  chiedono la liberazione dei prigionieri politici. Grazie a queste, e ad altre iniziative simili, si raggiunge un compromesso:  gli abitanti neri del Sudafrica usano il loro potere di produttori e consumatori  per indebolire il regime e la sua difesa dell’apartheid.

“Denmark Living with the Enemy” (1940-44) DANIMARCA: VIVERE CON IL NEMICO

Il 9 aprile 1940, poco dopo l’inizio della II guerra mondiale,  le truppe tedesche invadono la Danimarca. Il soverchiante potere della Germania induce i Danesi ad accettare l’occupazione senza combattere. I tedeschi intendono sfruttare l’agricoltura e l’industria del piccolo Stato per sostenere l’impegno di guerra.  Tra i Danesi si sviluppa gradualmente una forma di protesta, con atti di sabotaggio e una resistenza nonviolenta, con pubblicazioni contro gli occupanti, blocco del lavoro, proteste. Quando i tedeschi decidono di deportare gli  Ebrei danesi la società civile nasconde tantissime famiglie e collabora a farle imbarcare e metterle in salvo  in Svezia. La resistenza nonviolenta si organizza sempre più:  non riesce a cacciare gli occupanti, ma inceppa la macchina produttiva di armi e cibo destinata ai Nazisti.

“Poland We’ve Caught God by the Arm” (1980) ABBIAMO TIRATO DIO PER LA GIACCA

Agosto 1980:  gli operai della fabbrica  Lenin Shipyard a Gdansk, sulla costa polacca del Mar Baltico, entrano in sciopero.  Per decenni i sindacati polacchi sono stati controllati dal Partito Comunista,  e hanno fatto poco per proteggere gli operai e ottenere paghe migliori.  Adesso i lavoratori del cantiere navale, guidati da Lech Walesa, chiedono di poter formare sindacati indipendenti, liberi dal controllo comunista, occupano la sede e passano la voce ad altri cantieri e fabbriche, coinvolgendo fino a venti sedi.  Ogni sede manda un delegato a Gdansk, e si forma un comitato che prepara una serie di richieste: le violenze vengono tenute a freno, mentre lo sciopero si estende ad altre parti del paese.  I dirigenti  accettano di dialogare con gli operai, e accolgono quasi tutte le loro richieste. Lo sciopero termina il 31 agosto, e i lavoratori polacchi costituiscono Solidarnosc, il primo sindacato libero nell’Europa comunista.

“Chile Defeat of a Dictator” (1983-88) CILE – LA SCONFITTA DI UN DITTATORE

La sera del primo maggio 1983, per tutto Santiago del Cile inizia un trambusto, con un gran battere di pentole e clacson di auto, piccoli incendi e barricate. La gente sta rispondendo a un appello dell’unione dei minatori di rame, che vuole rompere il silenzio che incombe da dieci anni, con l’insediamento del Generale  Augusto Pinochet. Adesso la gente si riversa nelle strade, una volta al mese, per un giorno di protesta. Il governo disperde la folla con le armi, e insieme offre qualche concessione.

A fine anno le proteste si fanno violente, ma la classe media non le appoggia, e si divide tra moderati e sinistra. Pinochet, sfuggito a un attentato, si fa più sicuro e arrogante, e propone un plebiscito in cui la gente deve esprimere se lo vuole ancora come presidente oppure no. Contrariamente alle aspettative, l’opposizione ha la meglio, e a ottobre del 1988 la dittatura di Pinochet ha termine.


A FORCE MORE POWERFUL

Nonviolenza vuol dire contrastare lottando, ma con ‘altre armi’, senza fare del male. La nonviolenza che Gandhi scoprì e sviluppò ha cambiato il 20° secolo.

Una forza più potente” è il titolo di una serie di 6 filmati scritti e diretti da Steve York su altrettanti casi di resistenza nonviolenta che si sono manifestati in varie parti del mondo nel 20° secolo. Prodotto come serie televisiva nel 1990 dalla York Zimmerman Inc. e dall’Albert Einstein Institute, è disponibile anche con i sottotitoli in italiano, accompagnato da un testo (Un secolo fa, il futuro, Quaderni di Azione nonviolenta, n.ro 18) che illustra i casi, ne sviluppa gli aspetti concettuali, e suggerisce alcuni percorsi educativi.